Percorsi naturalistici e culturali alla scoperta dello Sperone d’Italia.
La Puglia è una delle regioni italiane facenti parte del rinomato Corridoio Verde Adriatico o Ciclovia Adriatica. Dei 1000 Km della rete ciclabile nazionale (BicItalia) – progettata della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) – che congiungono Ravenna a Santa Maria di Leuca, un tratto si estende dal Gargano al Salento. Il percorso, non ancora del tutto completato, rappresenta un affascinante viaggio alla scoperta di sentieri culturali e naturalistici ricchi di fascino.
Il Parco Nazionale del Gargano promuove – attraverso diverse strutture – molti tragitti che si immergono nel verde della Foresta Umbra e e si snodano lungo strade di campagna circondate da distese di ginestre e uliveti infiniti. Nella Riserva Naturale statale Sfilzi è possibile incontrare caprioli, volpi e cinghiali e visitare la sorgente di Sfilzi (altitudine 460 s.l.m.), l’unica fonte permanente del Gargano. Qui, faggi e cerri la fanno da padroni fra la vegetazione arborea. Altri itinerari possibili sono quello, interno, che da San Severo si spinge sino a San Marco in Lamis, per raggiungere Rignano Garganico; un altro che parte da Manfredonia e prosegue per Mattinata e arriva a Vieste; un terzo che, da quest’ultima, si snoda attraverso la Foresta Umbra, tocca Vico del Gargano e poi Peschici. Esploriamo la seconda proposta attraverso le bellezze da scoprire lungo il tragitto.
Manfredonia: sveva, angioina e aragonese
L’omonimo golfo si trova a sud del Gargano e abbraccia parte della costa sabbiosa e il lungomare con un tratto di pista ciclabile, mentre nella parte settentrionale si scorgono i monti. Manfredonia, nel Parco Nazionale del Gargano, merita una sosta, per visitare il Castello e le sue molteplici architetture (sveva, angioina e aragonese) o la Cattedrale. Lo stile romanico tipicamente pugliese con influenze bizantine è rinvenibile, invece, lungo la medievale Via Sacra Langobardorum, un tempo percorsa dai fedeli per raggiungere il santuario di San Michele Arcangelo. Qui si trova, infatti, l’Abbazia di San Leonardo, in località Lama Volara.
Mattinata delle orchidee
Sempre all’interno del Parco, fra le colline di Coppa Madonna e Castelluccio, si scorge Mattinata, comune da cui è possibile pianificare itinerari verso i monti o la costa. A nord Monte Sacro, a sud Monte Saraceno con la sua necropoli dauna, a est la pianura e il mare, a ovest Monte Sant’Angelo. Il territorio costituisce un prezioso campo d’osservazione per studiosi di botanica in quanto conta ben 61 specie di orchidee. Oltre alla Baia dei Faraglioni di roccia calcarea, non si può che rimanere colpiti dall’elevata quantità di grotte scavate dal mare nella roccia, nella Baia di Vignanotica, che si trova a 13 km da Mattinata, proseguendo verso Vieste.
I trabucchi di Vieste
Comune adagiato nell’estremità orientale del promontorio, su una piccola penisola, Vieste annovera tre baie separate da due “lingue”: una è Punta San Francesco, dove si trovano il borgo antico e il Castello a strapiombo sul mare, costruito nel 1240 dal conte normanno Roberto Dregot; l’altra è Punta Santa Croce, dove si è sviluppato il centro abitato moderno.
È d’obbligo una sosta a Pizzomunno, il monolito alto 25 metri che segna l’inizio del litorale sabbioso, la cui origine è legata a diverse leggende. Una di queste riguarda un giovane di nome Pizzomunno, pietrificato per la perdita della sua amata, rapita dalle sirene che ne erano gelose.
La costa è intervallata dai caratteristici trabucchi, tipiche costruzioni antiche utilizzate per la pesca. Va infine ricordato che Vieste è stata attraversata più volte dal Giro d’Italia in virtù del suo litorale rettilineo, interrotto dalla penisola su cui si erge il centro cittadino.