Menu Chiudi

Sanità/ Ricette, via il ticket sulle pensioni basse

Arrivano il «bastone» e la «carota» per i cittadini che, a partire dal primo luglio, si recheranno in farmacia.

 

Ieri, infatti, la giunta su proposta dell’assessore Tommaso Fiore ha approvato la revisione delle esenzioni parziali e totali per il pagamento dei ticket farmaceutici. Ottenuto il via libera tecnico dal governo nazionale, la Giunta ha potuto correggere come già preannunciato la delibera sul piano di rientro che imponeva il ticket di 1 euro su ogni ricetta anche ai titolari di pensioni sociali e ai titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni con un reddito familiare inferiore a 8.263 euro (incrementato fino a 11.362 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico). Per loro scatta, dal primo luglio, l’esenzione alla luce dei calcoli previsionali fatti d’intesa col governo (i 35 milioni di euro di risparmi sulla farmaceutica previsti dal piano di rientro non sarebbero intaccati).

Parallelamente, però, governo e Regione hanno concordato una stretta alle fasce di reddito esenti dal gettito sui farmaci, riducendo le soglie di reddito annuo per l’esenzione totale (da 29mila a 18mila euro lordi) e parziale (da 34mila a 23mila euro) allo scopo di ridurre del 20% gli esenti attuali e incassare circa 20 milioni di euro in più l’anno dai ticket.

Per l’esenzione totale, dunque, potranno usufruirne i titolari di reddito fino a 18mila euro (incrementato di 1000 euro per ciascun figlio a carico) per quella parziale i titolari di reddito fino a 23mila (+1000 per ogni figlio), lasciando l’esenzione parziale per i bimbi entro 6 anni e gli anziani over-65 con reddito complessivo non superiore a 36mila euro. Da lunedì scorso, inoltre, sono entrate in vigore le correzioni già decise dal consiglio regionale sull’abrogazione dell’esenzione ticket per lavoratori in mobilità (con reddito fino 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362 in presenza del coniuge e di 516,46 euro per ogni figlio) e lavoratori in cassa integrazione o inoccupati con uguale livello di reddito. Rimane l’esenzione, con stesse fasce di reddito familiare solo per i disoccupati.

Come prevedibile, reazioni positive dal centrosinistra e negative dal centrodestra. «Il provvedimento – dice Antonio Decaro – recepisce la richiesta del Pd di eliminare il ticket sulle ricette ai pensionati sociali. Condividiamo anche la scelta di rimodulare le fasce di esenzione: l’assessore Fiore ha saputo destinare, alle famiglie che hanno più bisogno, i maggiori risparmi legati al piano di rientro». «L’azione di governo è improntata alla approssimazione e alla schizofrenia. La delibera – attacca Tato Greco, segretario della Puglia prima di tutto – è la prova che la giunta non riesce a controllare la spesa, ma neppure ha cognizione di quale gettito sia possibile dalla platea dei contribuenti».

Altro capitolo la vicenda delle stabilizzazioni degli operatori della sanità, sancite dalla legge regionale 20 del 2007 e la legge 4 del 2010, bocciate con due sentenze dalla Corte Costituzionale. Nel primo caso, si tratta della dirigenza medico- veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa (circa 270-300 persone in tutta la Puglia) per le quali scatta la mannaia della conversione del contratto dal tempo indeterminato al tempo determinato. Nel secondo caso, si tratta del personale sia dirigente sia non dirigente di tutte le Asl per il quale scatta uguale sorte: al momento l’assessorato ha monitorato 200 unità sulla base delle informazioni fornite dalle Asl, delle quali 100 potrebbero salvarsi col ricorso alla mobilità, ma il numero è destinato a salire di parecchio. In entrambi i casi, ieri la giunta ha messo nero su bianco le indicazioni già fornite ai direttori generali, ovvero che «promuovano, qualora non abbiano già provveduto, entro 15 giorni, le azioni finalizzate alla cessazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato sottoscritti con i destinatari dell’articolo oggetto della sentenza». L’impossibilità sopravvenuta per la declaratoria di incostituzionalità delle leggi regionali è la motivazione legale a supporto delle lettere che i manager stanno per inviare ai destinatari, invitandoli ad una «risoluzione consensuale del rapporto di lavoro»: Prevedibile la pioggia di ricorsi al giudice del lavoro, donde la necessità per le Asl – in autotutela – di motivare la decisione con le sentenze della Corte. Novità anche sul fronte della riorganizzazione di aziende sanitarie e ospedaliere a seguito degli accorpamenti delle unità operative già avviate. La giunta ha richiamato i manager ad allineare l’intera partita alle prescrizioni del Patto della Salute 2010-2012 tenendo conto dei tagli apportati dal piano di rientro, che prevedono entro fine anno il taglio di altri 370 posti letto (il 3,8% del totale) nelle strutture pubbliche.

Altro fronte caldo, quello delle nomine dei manager Asl. L’assessore si accinge a completare la ricognizione tra i candidati e a portare in giunta le proposte dei nomi forse già sabato prossimo, quando il presidente Nichi Vendola sarà rientrato dagli Usa. In coincidenza con le sedute di lunedì e martedì del consiglio regionale verrebbe, così, raccolto il parere preventivo alla ratifica sollecitato dall’opposizione.