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DITELO AL MINISTRO…

Riceviamo e pubblichiamo.

 

Ditelo al Ministro Stefania Prestigiacomo che l’Unesco ha conferito a Monte S. Angelo il prestigioso riconoscimento di Patrimonio mondiale dell’umanità e che le popolazioni della montagna dell’Arcangelo Michele, difensore spada in mano del bene contro il male, sono più che mai motivate e decise a conservare questo premiatissimo patrimonio culturale e naturale e a trasmetterlo intatto alle future generazioni.
Poiché il Ministero dell’Ambiente, che dovrebbe tutelare il mare Adriatico, continua a rilasciare autorizzazioni per le ricerche di idrocarburi, nonostante si sia costituita la Rete nazionale delle associazioni per la difesa e la valorizzazione del mare Adriatico e del mar Ionio. Autorizzazioni che ci parlano, ancora una volta, di istituzioni forti con i deboli interessi pubblici e deboli con i forti interessi privati. Istituzioni spesso infiltrate da una rete indefinita di potentati oligarchici, nuovi e vecchi, organizzata e gestita in maniera tale da rinviare sine die la “questione morale” che, non risolta, rischia di consegnare la storia dei nostri luoghi, delle nostre città, delle nostre vite ad un futuro sempre più incerto e precario.
     Ditelo al Ministro che la resistenza umana e intellettuale delle minoranze che cercano, chiedono e rivendicano la soluzione delle problematiche che riguardano il “bene comune” si allargherà, se le istituzioni non selezioneranno le parole giuste, affinché il cerchio tra parole e fatti sia partecipato al coinvolgimento attivo di cittadini e associazioni.
     Cittadini e associazioni che non rinunceranno ad incamminarsi verso nuove prospettive di sviluppo sostenibile, equo, solidale, affinché la storia e le radici dei luoghi della nostra anima siano protette e custodite. Cittadini e associazioni che continueranno a difendere l’ambiente costiero, sostenendo battaglie comuni contro la cementificazione, le ricerche petrolifere, gli impianti eolici off-shore, le discariche a mare che uccidono la pesca e minacciano la salute pubblica.
    Non si dimentichi la storia, non si neghino le tradizioni, non si umili la natura, non si ferisca il paesaggio, perché Dio è nella storia, è nelle tradizioni, è laddove si rispetta l’uomo e si conserva l’ambiente.
     Ditelo pure al Ministro che Santa Maria a Mare dalle Tremiti, come l’Abbazia di Kàlena dalla terra ferma, continua a emanare bagliori ricchi di una sapienza millenaria che illuminando pellegrini e viandanti indicano, ancora oggi, i sentieri avvolti nel mistero, di là dai quali chi vuole intravede la spiritualità di popoli antichi a testimonianza perenne di gloriose civiltà estinte. 
     Ditelo al Ministro che, in queste notti magiche di luminose stelle e d’impetuoso Maestrale, neanche il fragore poderoso dell’infrangersi delle onde sugli scogli e il respiro affannoso del vento nel cielo riescono ad attenuare il pianto dei guerrieri di Diomede, compagni di sventura dell’eroe, mutati in uccelli da Afrodite.
Un pianto misterioso e stridulo, lacerante più che mai, scende dalle scogliere ripide e corre incontro alle mille voci greche, diomedee, omeriche, mentre da Santa Maria a Mare e da Kàlena un canto indefinibile si libera nell’aria a testimoniare, ancora e sempre, che le Isole Tremiti si ergeranno a simbolo di una strenua difesa del Gargano e dell’Adriatico.
    Ascolta, Ministro, queste nobili voci del passato che si rincorrono e che si fondono nei lamenti del presente poiché, provenienti dall’Adriatico, portano il nostro “grido di dolore”.
“Il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare”.
“Com’è profondo il mar” cantava Lucio Dalla, l’altra sera dalla piazzetta di San Domino. Profondo come le suggestive tentazioni del ministro e del governo; triviali, profondamente e solo triviali, secondo lo scrittore Tino Ferretti.

Michele Eugenio Di Carlo