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La Fiorita/ Fitto prosciolto dall’accusa. Ma l’associazione per delinquere resta

Il ministro furioso: «La Cassazione mi ha prosciolto. Chiedo che quel reato ora venga cancellato».

 

Il giudice dell’udienza preliminare prima e la Corte di Cassazione dopo l’hanno prosciolto definitivamente dall’accusa di associazione per delinquere. Ma il capo d’imputazione compare ancora e per questo, il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, è tornato in Tribunale per pretendere dai giudici la «cancellazione di quel reato» dalle accuse che gli vengono mosse dalla Procura. Ancora una volta tra l’ex governatore pugliese e la magistratura va in onda uno scontro frontale: teatro dell’ennesima frizione il processo «La Fiorita».
«Una sentenza passata in giudicato della Cassazione mi ha prosciolto dall’accusa di associazione per delinquere, confermando quanto aveva già deciso il giudice dell’udienza preliminare. Per questo motivo chiedo che il capo d’imputazione venga cancellato e che su questo reato non si continui più a sostenere tesi che possano riguardare la mia persona».
Il processo vede coinvolto, oltre a Fitto, altre 57 persone. Il ministro è accusato di aver compiuto sei reati: due episodi di corruzione, tra cui la presunta tangente da 500mila euro che avrebbe ricevuto dall’editore romano Giampaolo Angelucci, ritenuto dall’accusa illecito finanziamento al suo partito «La Puglia prima di tutto»; un peculato e due episodi di abuso d’ufficio.