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Monte Sant’Angelo nessuna traccia dell’allevatore scomparso il 24 giugno: proseguono ricerche

Libergolis, 2 settimane di angoscia e mistero.

 

Proseguono le ricerche dei carabinieri, estese alle zone più impervie del Gargano, per rintracciare Francesco Libergolis, l’allevatore incensurato di 41 anni di Monte Sant’Angelo scomparso il pomeriggio de1 24 giugno, e che si teme sia rimasto vittima della lupara bianca: ucciso con il cadavere sepolto chissà dove. Pur se l’allevatore che gestisce e vive in una masseria tra Mattinata e Monte dove alleva mucche e produce formaggi è imparentato con l’omonima famiglia coinvolta nella faida con i rivali Alfieri/Primosa che dal ‘78 ad oggi ha contato 35 morti ammazzati, i carabinieri sono propensi a ritenere che la sua scomparsa non abbia nulla a che fare con il suo cognome, con la faida e con la mafia garganica. E allora dove cercare le causali della sua possibile morte violenta? Non c’è una pista prioritaria, al vaglio degli investigatori ci sono i rapporti tra Francesco Libergolis ed altri allevatori e confinanti, ma non è che siano emersi elementi utili per le indagini. In mano ai carabinieri c’è l’auto di Libergolis – rinvenuta mercoledì scorso al 12° giorno di ricerche vicino Vieste – e il telefonino dello scomparso che era muto dal giorno della sparizione. Chi indaga sulla possibile lupara bianca spera che il cellulare di Libergolis «parli»: si studiano i tabulati telefonici per verificare gli ultimi contatti dell’allevatore nel giorno della scomparsa ed i suoi spostamenti, perchè ogni qualvolta si fa o si riceve una telefonata si attiva una «cella telefonica». Lavoro, quella della lettura dei tabulati, reso più difficile dal fatto che spesso Libergolis si trovava per ragioni di lavoro in zone impervie dove non c’era «campo telefonico». Del resto quando il pomeriggio del 24 giugno il cugino, con cui l’allevatore aveva appuntamento alle 17 a Manfredonia, provò a contattarlo non vedendolo arrivare, inizialmente non si preoccupò pensando proprio che Libergolis si trovasse in una zona senza «campo»: poi col passare delle ore e l’impossibilità di contattarlo, subentrò la preoccupazione e scattò la denuncia ai carabinieri. La «Fiat Punto» con cui Libergolis lasciò la sua masseria il 24 giugno diretto a Manfredonia, è stata ritrovata in un tratturo in località «Paradiso selvaggio» vicino Vieste: è stata passata al setaccio dalla «Sis» (sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri del reparto operativo di Foggia) ma senza trovare, oltre al telefonino, elementi utili: nessuna traccia di sangue, nessun segno di colluttazione. Una delle ipotesi è che chi ha ucciso Libergolis si sia disfatto dell’auto in una zona isolata e lontana dal luogo del delitto magari nel tentativo di depistare gli investigatori.