Con lui se ne va tutta la dirigenza. La squadra senza la società, ora tocca al sindaco fare qualcosa.
Improvvise e dense nubi si sono addensate sul futuro del Manfredonia calcio. E non per una crisi societaria ma a seguito delle improvvise dimissioni del tecnico Francesco Cinque, a sua volta preso di mira da una frangia della locale tifoseria sul dal momento in cui si paventava il suo arrivo sulla panchina dei bianco-celeste. In tal senso, inizialmente erano apparsi in più parti della città e nelle vicinanze dello stadio alcuni striscioni sui quali, appunto,” lo stesso tecnico veniva invitato a farsi da parte a seguito di alcuni atteggiamenti assunti nell’ultimo derby giocato contro l’Atletico Vieste allora guidati da’ Cinque. Poi, dopo la presentazione ‘ufficiale del nuovo tecnico, i dirigenti del Manfredonia e lo stesso Cinque avevano incontrato una delegazione dei tifosi che non condividevano la scelta, nella speranza di riuscire a dirimere la faccenda. Ma non è stato così, perchè ieri l’altro, poco prima che mister Cinque potesse iniziare uno stage . riservato alla selezione di giovani under, si è verificato un increscioso episodio presso lo stadio. In pratica – stando a quanto riferisce la società soltanto adesso ‘ un gruppetto di ultras di fatto ha impedito al tecnico di iniziare lo stage. Da ciò, la decisione di Cinque dì rimettere il mandato appena conferitogli nelle mani del presidente del sodalizio sipontino, Antonio Sdanga, il quale, dopo aver velocemente consultato i suoi pochi e più stretti collaboratori, non ha esitato a stilare un significativo comunicato stampa nel quale, tra l’altro, oltre che a condannare gli episodi, la stessa dirigenza rassegna le proprie dimissioni. “Stante il verificarsi di incresciosi episodi perpetrati ai danni di ‘mister Franco Cinque ad opera di un gruppo di ultras—si legge nella nota di stampa — la dirigenza comunica la propria volontà di rassegnare le dimissioni. Nell’esternare tutto il proprio disappunto e dissenso per i predetti atteggiamenti, la dirigenza manifesta inoltre l’amarezza nel dover abbandonare un progetto in cui ha tanto creduto, un progetto basato sulla passione, impegno ed amore per la nostra città e per uno sport che dovrebbe insegnare ai nostri figli le regole del vivere civile e dell’armonica condivisione verso la medesima passione. Pertanto, scusandoci con la parte sana dei tifosi sipontini che mai ha negato il suo imprescindibile e prezioso sostegno, ci vediamo costretti ad assumere questa categorica decisione certi che il popolo manfredoniano comprenderà e condividerà il nostro gesto».
«Questa dirigenza — continua il comunicato — mai si è mostrata ostile ad ogni sorta di critica. Anche quando esternata con toni poco gradevoli, ritenendo che ogni divergente opinione potesse rappresentare uno spunto di crescita e di miglioramento per tutta la società e a tale scopo in più di una occasione ha cercato il confronto. Purtroppo, nel momento in cui il disaccordo per le decisioni assunte dall’ASD Manfredonia Calcio è sfociato nella violenza, la dirigenza si è sentita costretta a reagire».
Michelangelo Guerra