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Regione, approvata modifica a statuto. Tagliati 10 consiglieri: passano da 70 a 60

Ok all’unanimità al testo passato nella commissione. In apertura polemiche per l’assenza dell’assessore Fiore.

 

Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato in prima lettura e praticamente all’unanimità (59 voti favorevoli e 1 solo astenuto) la riforma dello Statuto che porta il numero dei consiglieri da 70 a 60. Per arrivare al varo della riforma è necessaria ora una seconda lettura non prima di 60 giorni. Le nuove disposizioni, se approvate in via definitiva, verranno applicate a partire dalla prossima consiliatura. Rispetto alle ipotesi iniziali (che portavano a 50 il numero dei consiglieri) si è dato vita ad una più contenuta ipotesi di riduzione che porta anche da 14 a 12 gli assessori con un massimo di tre esterni. È stato calcolato che il taglio comporterà un risparmio per la prossima legislatura di circa 21 milioni di euro, il tutto sulla base dell’accordo trovato di recente nella VII commissione consiliare. Chiudendo i lavori il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, ha espresso «soddisfazione per una tappa importante che pone la Puglia all’avanguardia ed avvia la stagione dell’autoriforma istituzionale». Ma la seduta si era aperta tra le polemiche. A scatenare tensioni, l’assenza in Aula dell’assessore alle Politiche della salute, Tommaso Fiore e la manifestata volontà di abbandonare l’Aula da parte dei proponenti dell’odg in tema di sanità (Francesco Ognissanti, Pd, e Giandiego Gatta, Pdl) e di alcuni colleghi consiglieri. Grazie alla mediazione del presidente dell’assemblea regionale, Onofrio Introna, le problematiche sanitarie sono state segnalate all’assessore regionale al Bilancio e programmazione, Michele Pelillo, in rappresentanza del governo regionale. Prima di aprire i lavori il Consiglio regionale della Puglia ha tenuto un minuto di silenzio per commemorare Francesco Paolo Liuzzi, di Crispiano: medico e poi parlamentare, sindaco e consigliere comunale, è stato in Consiglio regionale nelle prime due legislature, nei banchi dell’Msi, dal 1970 al 1980, per tornarvi sei anni dopo, nel gennaio 1986. Nell’anno del 150/o anniversario dell’unità d’Italia ogni riunione del Consiglio, compresa la seduta odierna, è aperta dall’Inno di Mameli.