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Vieste – Manifesti Tarsu/ Il Sindaco:”Questa la verità dei fatti”

La ricostruzione della vicenda dei manifesti e degli aspetti burocratici connessi, così come risultano evidenziati nell’articolo riferito, sono il frutto di una rappresentazione da parte del consigliere Annamaria Giuffreda che -per eleganza- mi limito a definire “fantasiosa”, sfornita com’è di qualsivoglia scrupolo di veridicità,

Con riferimento all’articolo non firmato, apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno, inserto Gazzetta di Capitanata, edizione di giovedì 28 luglio, con il titolo “Scandalo Tarsu, bloccati manifesti” nell’esercizio del diritto di replica, ritengo opportuno precisare quanto segue:
• La ricostruzione della vicenda dei manifesti e degli aspetti burocratici connessi, così come risultano evidenziati nell’articolo riferito, sono il frutto di una rappresentazione da parte del consigliere Annamaria Giuffreda che -per eleganza- mi limito a definire “fantasiosa”, sfornita com’è di qualsivoglia scrupolo di veridicità, utile solo ad ingrossare una vena demagogica che sulla vicenda Tarsu si sta gonfiando fino all’ipertrofìa, alimentata da molto presunte grottesche violazioni della Costituzione o del diritto costituzionale di libera manifestazione del pensiero. E poco è importato al consigliere Giuffreda se, per asserire un teorema del tutto bislacco, ha mortificato e bistrattato la scrupolosa attività di un ufficio (ufficio affissioni) e la professionalità e la deontologia di chi vi lavora. Compresa quella della funzionaria preposta a sovrintendere agli atti di propria competenza, pur di ricomprendere il tutto in un tentativo censorio messo in atto dalla sottoscritta, che evidentemente alberga solo nella mente della Giuffreda e del Pd di Vieste;
• Al riguardo, pur di fornire un utile chiarimento ai lettori, che ovviamente troverà insensibile il consigliere Annamaria Giuffreda, preciso di non essere intervenuta alcunché nel procedimento burocratico di cui trattasi e di non aver esercitato pressioni né dirette, né indirette volte ad interdire la pubblica affissione del manifesto. Di tanto, possono testimoniare i dipendenti e i funzionari preposti nei quali –in considerazione degli sgradevoli risvolti assunti dalla vicenda, non certo per mia volontà- ripongo la massima fiducia. Gli stessi che, nel caso specifico, hanno svolto i previsti adempimenti con ogni ossequio ai canoni del diligente e professionale svolgimento delle proprie mansioni, comprese quelle di accertare se le bacheche devolute alla pubblica affissione non fossero già occupate da chi ha richiesto e pagato l’affissione come i comuni mortali, per i termini richiesti. 
• E mai avrei potuto fare altrimenti, poiché, in qualità di Sindaco/amministratore, sono consapevole che la proceduralità espletata nello specifico dall’ufficio preposto è del tutto riconducibile a quell’attività tecnico-gestionale devoluta -ai sensi del Testo Unico degli Enti locali n. 267/2000,  così come recepito dal vigente  Regolamento degli Uffici e dei servizi- esclusivamente agli uffici preposti ed a chi ne sovrintende in ogni ordine e grado lo svolgimento. Ma tale distinzione, evidentemente, risulta tuttora ignota al consigliere Giuffreda, nonostante l’assunzione della carica di consigliere comunale dovrebbe suggerirgli una conoscenza quantomeno basilare di principi cardine dello svolgimento dell’attività amministrativa.
• Con riguardo alla petizione in atto per chiedere le dimissioni di amministratori ritenuti coinvolti nella vicenda Tarsu, sedicenti garantisti come la dr.ssa Annamaria Giuffreda, dovrebbero consegnare le proprie discutibili conclusioni e chiederne pubblico suffragio quantomeno all’accertamento dei fatti e delle responsabilità da parte degli organi inquirenti e non propinare teoremi a proprio uso e consumo. Se poi è proprio incline a  richiedere dimissioni si dimostri quantomeno equanime: chieda e raccolga firme anche per quelle del Presidente Vendola, che –come documenta un recentissimo articolo di stampa ed agli onori del sito web nazionale del Corriere della sera- non paga a questo Comune oltre mezzo milione di euro di Ici sull’immobile Centro Direzionale di Baia di Campi; Un’inadempienza per la quale si registrerebbero, se solo volessimo metterla sullo stesso piano demagogico delle petizioni arruffapopolo, migliaia di adesioni tra i cittadini/contribuenti viestani, che pagano l’Ici su un bene come la casa.

       
Vieste, il giorno 29  luglio 2011
    
Il Sindaco
Dr.ssa Ersilia Nobile