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Crisi nel settore edilizio anche nel 2012. Nel 2011 il trend si è confermato negativo

Tra il 2009- 2010 persi 14 mila posti di lavoro. Matarrese: «Gli imprenditori superino le difficoltà».

 

La crisi nel settore delle costruzioni proseguirà anche nel 2012. E’ stato, infatti, confermato un trend negativo nel 2011 dove non si sono registrati concreti segnali di ripresa. Nell’anno
20o9 – 2010 si sono persi 14 mila posti di lavoro. L’Ance lo ha annunciato nel corso del convegno annuale di Ance Puglia organizzato a Foggia e intitolato «Oltre la crisi» nel quale sono stati analizzati scenari, genesi ed evoluzione della crisi per comprendere come sia possibile superarla attraverso iniziative proprie della pubblica amministrazione e delle imprese, impegnate nel loro ruolo di promotori dello sviluppo economico e sociale del Paese. A patire la crisi è soprattutto il Mezzogiorno dove si è aggiunta una forte contrazione degli investimenti in opere pubbliche. La Puglia ha perso a fine anno circa 455 milioni di euro di finanziamenti europei per infrastrutture e costruzioni da realizzare a causa dei ritardi nella loro spesa. All’incontro hanno preso parte i vertici di Ance e rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e bancario.
L’ambito delle costruzioni costituisce un importante driver di sviluppo e di innovazione. In Puglia nel comparto lavorano 112 mila persone che rappresentano il 37,2% degli addetti dell’intera industria ed il 9,2% di quelle operanti nel sistema economico regionale. La contrazione degli investimenti nelle opere pubbliche è stata provocata dalla vigorosa riduzione delle risorse Fas, che costituisce una delle principali fonti di finanziamento degli investimenti per lo sviluppo infrastrutturale. In tre anni il Governo ha tagliato 15 miliardi di euro di fondi Fas destinati allo sviluppo del Sud, provocando un’inevitabile calo dei livelli occupazionali. «Occorre prima di tutto rilanciare gli investimenti in infrastrutture, attraverso un più rapido ed efficiente uso delle risorse disponibili. Ciò vale in particolare per gli investimenti previsti nell’ambito dei programmi dei fondi strutturali e del Fondo per le Aree Sottoutilizzate 2007 – 2013 – ha spiegato il presidente dell’Ance Puglia Salvatore Mattarese – nel Mezzogiorno si tratta di circa 35,1 miliardi di euro. In Puglia i programmi regionali prevedono circa 5,2 miliardi di euro di investimenti di interesse del settore».
Un problema di gravità assoluta per il settore è quello dei ritardi nei pagamenti della PA che hanno raggiunto livelli insostenibili mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese, anche di quelle più sane. «Gli imprenditori – ha continuato Salvatore Matarrese – devono raccogliere la sfida lanciata dalla crisi e individuare percorsi di crescita e di sviluppo in grado di guidare il cambiamento, nella consapevolezza che un’industria delle costruzioni più moderna ed efficiente può dare un importante contributo alla crescita del Mezzogiorno e di tutto il Paese. Occorre che le imprese facciano un salto di qualità, diversificando la produzione, spostando il business in settori più dinamici e innovativi, rafforzando la qualità dell’offerta attraverso la formazione del personale, la ricerca, la sostenibilità delle opere realizzate, la sicurezza nei cantieri, il rispetto per l’ambiente e il territorio».

Chiara Curci