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La Provincia “riapre” la discarica di Cerignola per altri 90 giorni

L’impianto chiuso ai camion. Poi interviene l’amministrazione: si riparte.

 

In Capitanata è saltato il ciclo dei rifiuti: non ci sono più discariche, gli unici due impianti funzionanti al 100% sono quelli di Cerignola e Deliceto dove arriva l’immondizia di 450mila cittadini della Capitanata. L’impianto di Foggia è parzialmente utilizzabile. Ieri mattina il tappo è saltato quando l’impianto di biostabilizzazione di Cerignola, gestito dalla società Sia, ha chiuso i cancelli ad una trentina di camion stracolmi di immondizia provenienti dai Comuni del Gargano. La notizia ha fatto salire la tensione in Provincia dove si stava svolgendo il Consiglio provinciale e dove i telefonini di sindaci e amministratori garganici hanno cominciato a squillare. L’assessore provinciale all’Ambiente, Stefano Pecorella nel pomeriggio, dopo una riunione tecnico-politica, ha firmato l’ennesima ordinanza di delocalizzazione dei rifiuti per altri 90 giorni imponendo così alla Sia di riaprire i cancelli. I camion hanno svuotato i cassoni e sono rientrati alla base in serata. L’ordinanza è una messa in mora alla Regione Puglia che, nonostante abbia la competenza e la titolarità sull’allocazione degli impianti sul territorio e sulla loro realizzazione, non è riuscita a risolvere il problema del Gargano privo di discariche e di impianti.
Ignaro di quanto si stava consumando in Capitanata, l’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, che ieri dalle 11 in poi ha partecipato in prefettura ad un vertice sull’emergenza rifiuti a Foggia. Solo intorno alle 13, mentre rientrava a Bari in macchina, ha appreso della nuova grana. La società di gestione dell’impianto di Cerignola non ha chiuso i cancelli per un capriccio. Dal 2008 questo impianto insieme a quello di Deliceto, riceve i rifiuti dell’Ato Foggia tre, ovvero tutti i Comuni che dovrebbero scaricare a Foggia escluso il capoluogo. Da luglio scorso arrivano anche i camion del Gargano. Questo perché è stata chiusa la discarica di Vieste e non c’è alcuna alternativa. Ieri era scaduta l’ordinanza di tre mesi per i rifiuti del Gargano. La Sia di Cerignola chiede ora garanzie in quanto le proprie discariche, che dovevano durare anni per i Comuni del bacino del basso Tavoliere, si sono esaurite precocemente e non ci sono fondi per costruirne un’altra. I Comuni garganici per cinque anni hanno litigato non raggiungendo un accordo su dove allocare l’impianto di biostablizzazione e la discarica di soccorso.
Nessuno lo voleva. Meno di un anno fa il problema sembrava risolto. L’allora sindaco di San Nicandro, Costantino Squeo (Pd) candidò il proprio Comune. Ottenne dalla Regione un finanziamento di 175mila euro per lo studio del territorio e l’individuazione del sito e per la progettazione. Il sito fu individuato, la progettazione non fu realizzata. In primavera nel corso della campagna elettorale, Squeo e il Consiglio comunale annunciarono di averci ripensato, di non volere più l’impianto. Da allora l’assessorato regionale all’Ambiente non è riuscito a dirimere la questione. Un mese e mezzo fa in un incontro, prima in Prefettura e poi alla Provincia, presente la Regione, sempre il Comune di San Nicandro, ora governato da un centrista, si è ricandidato, ma per il solo impianto di compostaggio. Ad oggi il Consiglio comunale non si è espresso. L’amministrazione provinciale a questo punto non intende restare con il cerino in mano. E nell’ordinanza richiama la Regione ad adottare provvedimenti sostitutivi e risolutivi, considerando che fra novanta giorni difficilmente si potrà prorogare di nuovo l’ordinanza.