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Monaci buddisti al “Capriccio” di Vieste

La cucina tibetana farà tappa sul Gargano l’11 novembre con tre Lama.

 

La cucina tibetana sulla tavola garganica, Il prossimo 11 novembre tre monaci bud­disti ospiti del ristorante "Il Capriccio" nel porto turistico di Vieste prepareranno una cena a base di specialità tibetane. L’appuntamento è l’unica tappa pugliese della rassegna dedicata alla cultura culi­naria del Tibet denominata "Cena Tibeta­na on Tour" che vede protagonisti i mo­naci chef Lama Jangchup, Lama Thupten e Lama Tenzin impegnati in un progetto umanitario m aiuto al bambini monaci
ospiti presso il Monastero Buddista Pelgyeling di Kathmandu (Nepal) e il mo­nastero Gaden Shartse di Mundgog, Kar­nataka (India). al quale è destinata parte del ricavato della cena (40,00 euro a per­sona). "La clientela ha: risposto bene, ho quasi Chiuso le prenotazioni", riferisce lo chef de "Il Capriccio", Leonardo Vescera. "Ogni anno propongo iniziative diverse e questo tour dei monaci tibetani che stan­no girando l’Italia mi ha affascinato. Cre­do che qualcosa ci accomuni, se pure la loro cultura è così lontana dalla nostra. In cucina loro fanno largo uso di carne e ver­dure cotte a vapore e quindi si tratta di una cucina più leggera rispetto alla cuci­na nordica, che utilizza grassi saturi. E già questo è un aspetto positivo e interessan­te. Sono cose che dovremmo imparare da
loro". La cucina tipica tibetana ha diver­si punti di contatto con quella indiana e anche con quella cinese, ma con sapori più sobri e genuini.
Ingredienti di base sono il riso, la pasta e soprattutto carne e verdure cotti appun­to con il metodo a vapore o leggermente saltati. Nel menu previsto un antipasto a base di fagottini schiacciati con ripieno di pata­te e spezie dolci (Alu Paleh) poi come primo piatto saranno serviti ravioloni cotti a vapore con ripieno di carne e ma­sala di spez;ie (Mornos) e nella variante al sapore di ricotta e spinaci.
Seguiranno vermicelli di patate con ju­lienne di verdure e spezie (PingTze). ri­so saltato alla tibetana, con carne e ver­dure (Drespa Bras) e per concludere co­sticine alla tibetana costine di vitello o maiale, marinate in salsa e cotte al forno.
Il tutto accompagnato dal the tibetano. "Sono curiosissimo di vedere la loro gra­zia in cucina, come fanno il raviolo, in che modo tagliano la carne", confida lo chef viestano che prende spunto da ogni esperienza di incontro tra tradizioni cu­linarie diverse che negli anni ha ospita­to presso il suo ristorante, allo scopo di promuovere l’interculturalità a tavola. ‘È per me un arricchimento del mio bagaglio. Anche negli appuntamenti con i cuochi giapponesi ho visto che distanza c’è rispetto a noi nella pulizia del pesce, ad esempio. Loro lo squamano delicata­mente e fanno il meno possibile uso di acqua dolce". In passato ha ospitato anche degli india­ni e ora tocca al tibetani, Un viaggio che attraverso i sapori aprirà all’immagina­rio lo scenario delle sperdute valli hima­layane facendo vivere ai commensali momenti della tradizione mistica tibe­tana, come quello del suggestivo rito della "dispersione del Mandàla" che i monaci eseguiranno a fine serata. Il "Mandàla" è un dipinto sacro realizzato con fini sabbie colorate appoggiate su una base lignea, che i monaci chef  realizzeranno nel corso della serata, per poi essere distrutto durante la cerimonia, quando le sabbie verranno soffiate via e donate agli ospiti come amuleto di pro­tezione dalle negatività.
"Oltre che la curiosità per la loro cultura culinaria, è un appuntamento affasci­nate anche per questi momenti – osserva Vescera – che rendono ancora più sugge­stivo e affascinate questo evento che sta avendo un boom di richieste pazzesco con tappe in tutta Italia, senza contare poi il fine benefico che non hanno volu­to pubblicizzare molto perché spesso queste cose vengono strumentalizzate. Il loro accordo è essere ospitati nei loca­li che fanno richiesta per fare questa ce­na. Finora quella nel mio locale è l’unica tappa pugliese del tour e se andrà bene penso di replicare anche a febbraio. Ho constato che c’è una buona risposta. Qui a Vieste ho ricevuto molti consensi per questa iniziativa perché ci sono centri buddisti, anche negli altri comuni della provincia, come Peschici, Carpino o Ca­gnano. Non sapevo che esistessero an­che qui da noi". Un richiamo che ha attirato prenotazio­ni anche dal barese, fungendo anche da momento di incontro per gli occidentali che praticano la meditazione imperniata agli insegnamenti del buddismo tibetano.

Roberta Fiorenti
L’Attacco