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“Per un’altra Vieste”: Celebrazioni Mimmo Sesta

L’intervento di Giuseppe Calderisi nel Consiglio Comunale straordinario per la celebrazione dell’illustre viestano.

 

 Fa piacere scoprire che Vieste annovera tra i suoi figli più illustri figure di così alto spessore morale e civile come quella di Mimmo Sesta, figure di persone semplici che hanno mostrato di possedere un grande coraggio e che hanno saputo lasciare un segno indelebile nella drammatica storia europea del Novecento. Possiamo imparare tanto dalla vita di questo nostro insigne cittadino, assai più di quanto non si possa imparare dai libri di storia. La sua vita, infatti, direttamente o indirettamente è stata segnata da avvenimenti tristi e drammatici del recente passato europeo che a noi cittadini del XXI secolo, soprattutto ai più giovani, possono apparire lontani, ma che in realtà tanto distanti poi non sono.
Di un consistente pezzo di storia del nostro Continente, che noi leggiamo sui libri di testo, Mimmo Sesta è stato vittima, testimone e poi artefice in prima persona.
Vittima quando, in tenerissima età perse il padre nella Guerra Civile di Spagna, mandato a combattere e a morire in Estremadura, come tanti altri nostri concittadini, magari su altri fronti, a Sollum in Libia o in Etiopia , spinto dalla miseria, dalla povertà, dal bisogno di assicurare un futuro alla propria famiglia e da chi per manie di grandezza sognava un posto al sole tra le grandi potenze mondiali,in una guerra ingiusta;ingiusta, come tutte le guerre che sono state combattute dagli albori dell’umanità, guerra che ha rappresentato l’anticamera di tutte le atrocità perpetrate poi nella seconda guerra mondiale.
Testimone diretto, quando, ancora bambino e, sebbene da un angolo d’Italia protettoquale era Vieste agli inizi degli anni Quaranta, appena sfiorato da quella follia collettiva planetaria che è stata la Seconda Guerra Mondiale, ha potuto vedere in prima persona e coi propri occhi uno dei momenti più bassi toccati dal genere umano.
Ma Mimmo è stato, ed è questo il motivo per il quale oggi lo stiamo celebrando, soprattutto artefice della storia europea del Novecento. Ed è stato artefice di un pezzo niente affatto marginale. A Berlino in fondo lui ci era andato per studiare, avrebbe potuto fare quello che facevano gli altri, pensare a se stesso, fregandosene di quello che stava succedendo, del muro, degli amici che erano rimasti dall’altra parte. Invece luiei suoi amici si sono ribellati. Non hanno chinato la testa. C’era un amico dall’altra parte che aveva bisogno di loro, che ha chiamato e lui, come fanno i veri amici, ha risposto.
La storia di Mimmo è una bella storia. Si può leggere in tanti modi. È una favola sull’amicizia da raccontare ai bambini prima di andare a dormire. Con in più la consapevolezza e la grandezza che questa non è una favola scritta apposta per educare il bambino ai buoni insegnamenticon la morale alla fine. Questa, invece, è reale, è vera, racconta quello che è realmente accaduto. E la storia è quella di una persona comune, di un giovane studente che suo malgrado si trasforma in eroe.
Sono le circostanze della vita a fare di lui quello che è stato, la sua è la reazione dell’essere umano di fronte all’ingiustizia e alla sopraffazione, alla decisione di alzare un muro, una barriera costruita per separare, dividere;e quel che è peggio un muro edificato in nome di un’ideologia falsa e ipocrita che predicava unione e fratellanza eche invece era centrata, come tutte le dittature, sull’annullamento della persona, della libertà individuale. Mimmo ci ha insegnato che i muri, anche se non si possono abbattere perché i tempi non sono ancora maturi, si possono comunque superare, magari passandoci di sotto, costruendo un tunnel.
Noi cittadini del XXI secolo siamo chiamati a trarre un grande insegnamento non solo dalla  vicenda del Muro di Berlino ma da tutta la storia europea del secolo scorso. In fondo la costruzione del Muro di Berlino altro non ha rappresentato se non l’ultima degenerazione di un secolo che ha visto le nazioni europee scannarsi tra di loro con decine di milioni di vittime in due guerre atroci, con interi popoli (Italiani, Tedeschi, Spagnoli, Russi e tutto l’ex blocco sovietico) violentati e vilipesi da regimi dittatoriali, di destra e di sinistra poco importa, perché volendo parafrasare il pittore spagnolo Francisco Goya “il sonno della ragione genera mostri” e non fa alcuna differenza se i mostri ci vengono da ideologie di destra o di sinistra perché sempre di mostri si tratta.
L’ultima parte del Novecento fortunatamente ha visto però anche la voglia di riscatto dell’Europa. 27 nazioni, tante sono le nazioni dell’Unione europea oggi,  si ritrovano intorno ad  un progetto comune centrato sulla cooperazione, sulla pace su una comune identità culturale e sociale. Quello che stiamo vivendo è il periodo più lungo di pace mai sperimentato in Europa, quasi 70 anni; per la prima volta nella storia del nostro Continente intere generazioni non hanno esperienze dirette di guerre sul suolo europeo. Ma tutto questo non deve farci cullare sugli allori, perché la pace e la tolleranza non sono qualcosa di garantito, paradossalmente bisogna combattere quotidianamente per ottenerle e soprattutto per mantenerle, perché come dicevo prima non bisogna mai scordarsi che il “sonno della ragione genera mostri”. E allora è necessario non abbassare mai la guardia. E infatti viviamo ancora in un mondo profondamente ingiusto in cui vi sono ancora molti muri in piedi, muri fisici come a Gerusalemme, muri mentali come le intolleranze tra religioni e sono tanti i Mimmo Sesta che in molte parti del mondo sono costretti a scavare tunnel, fisici e mentali, per superare ostacoli, discriminazioni, ingiustizie.
E allora l’umanità potrà considerarsi veramente al sicuro, potrà considerarsi veramente evoluta solo quando non avrà più bisogno di eroi, di uomini  come il nostro concittadino Mimmo Sesta, disposti a mettere a rischio la propria vita e la propria libertà personale per cercare di riparare agli abusi ed alla sopraffazione.

Giuseppe Calderisi