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Esclusivo intercettati Santoro Travaglio & Co. “Adesso che non c’è più Silvio che si fa?”

Fantatelefonate (o no?): la tragicommedia degli anti-Cav. E delle loro carriere all’ombra di Silvio. Senza odio restano senza lavoro.

 

 Redazione del Fatto. I giornalisti festeggiano brindando ininterrottamente da tre giorni, quando arriva il direttore stanno sparando colpi di spingarda contro un cartonato di Berlusconi attaccato al muro. Antonio Padellaro si presenta col volto scavato dalla sofferenza. Entrando, sposta col piede il corpo di un giornalista che giace a terra svenuto.

Peter Gomez: Ciao direttore! Toh, magnati un pasticcino.
Padellaro: Ma che cazzo festeggiate, siete cretini?
Gomez: È caduto Berlusconi…
Padellaro: Appunto, che cazzo ridete?  Mi dici come lo riempiamo il giornale? Trenta pagine al dì senza Berlusconi le fai tu, adesso!
Gomez: Direttore,  ma avevamo detto che sparavamo anche contro la sinistra… C’è  D’Alema… Il titolo  è già pronto: ho scritto «indagato» e ho lasciato gli spazi vuoti. Vedrai che entro sera un indagato del Pd salta fuori…
Padellaro: Non capite proprio niente allora! Non ti rendi conto che poi quelli del Pd li lasciano andare, che insabbiano tutto!
Gomez: Ci sarà  qualche intercettazione, magari di Fassino…
Padellaro: Stai zitto per l’amor del cielo, lascia stare Fassino che poi ci fanno causa… quelle robe lì mica si possono mettere. Qua finisce che chiudiamo,  io ho pure ipotecato la villa nel Chianti per ’sto giornale, dovevo stare zitto, dovevo, me ne stavo col Pd e un posto me lo davano… Adesso mi tocca vendere la macchina. Vabbé dai, chiamatemi Travaglio.
Travaglio: Pronto, Antonio?
Padellaro: Marco qua è un disastro, senza Berlusconi non sappiamo che fare, chiudiamo…
Travaglio: E a me cosa me ne frega? Io c’ho la tivù, i libri…
Padellaro:   Sei il vicedirettore!
Travaglio: Scusa Antonio, ma si era detto che era per finta no? Cioè,  io venivo, mandavo via quelli del Misfatto, assumevo Disegni, litigavo con  Telese per vedere se si dimetteva così risparmiavamo… E tanti saluti.
Padellaro: Ma  cosa dici! Sei impazzito pure tu? Qua devi fare un pezzo, una satira, un insulto…
Travaglio: Mica posso attaccare Monti scusa… Forse Bersani…
Padellaro: Lo sai che non gliene frega niente a nessuno di Bersani.
Travaglio: Fini allora, c’è sempre quella storia di Montecarlo…
Padellaro: Ma sei cretino? Mica siamo la macchina del fango!
Travaglio: Scusa, però io te l’ho sempre detto che ero di destra, no?  Cioè, capisci, io qua mi devo un attimo riposizionare…
Padellaro: Traditore! Giuda!
Travaglio: Dai  e poi si era detto che  io i soldi della  quota nella società li mettevo a rate, con calma… Ciao, eh,  ci sentiamo.
Padellaro: Ma guarda te questo mannaggia… Chiamate Telese!
 Telese (sonnecchiante): Eh.
Padellaro: Fai  un pezzo! Ora! Non abbiamo niente! Chiudiamo!
Telese: Ah, ma non abbiamo già chiuso? Io pensavo che domenica era l’ultimo numero, c’erano anche  le copertine vecchie… Abbiamo finito no? È stato bello, tanti saluti, adesso si va al governo.
Padellaro: Traditore! Giuda!
Telese: Scusa Antonio, eh,  c’ho Porro sul cellulare…  Sì, Nicola, ciao! Sì, adesso arrivo… Sì, no, sai al Fatto è finita, forse pare che vado al Corriere… Mo’ vediamo…

Redazione di «Repubblica», festeggiamenti alcolici in corso.
Ezio Mauro: Giannini, ma che diavolo fai! Molla il panettone, vestiti, che dobbiamo fare la riunione in diretta! È pronto il dossier?
Massimo Giannini: Sì, abbiamo già duecento pezzi, possiamo dare la colpa a Berlusconi di tutti i disastri per i prossimi trent’anni… Ho  pronte otto interviste a D’Alema, tutte uguali, cambia solo la foto. Veltroni ha già mandato cinquanta interventi cofirmati con Pisanu, Scajola, Fini, Ferrara, persino uno con Franco Freda.
Mauro: Eh bene, che qua il materiale scarseggia… Ma un po’ di figa ce l’abbiamo?
Giannini: Ma come la figa, direttore… Sai che a sinistra la figa, cioè, non era nel programma, io non sapevo…
Mauro: Ma allora sei pirla… Lo sai che se no non vendiamo… Trova delle foto, che ne so, la Bindi nuda, la Merkel in topless…
Giannini: Dio mio, direttore, ma poi ci vietano ai minori…
Mauro: E sarebbe anche ora…
(Squilla il telefono).
Eugenio Scalfari: Pronto, Ezio, è Dio che ti parla.
Mauro: Io chi?
Scalfari: Non io, Dio, Ezio, Dio, sono Eugenio! Ho pronto un pezzo! 30mila battute! Su Montaigne!
Mauro: Dio mio…
Scalfari: Dimmi.
Mauro: No, mi disperavo…
Scalfari: Ah, la Spinelli ha mandato 50mila battute su Kant! Con intervista a Umberto Eco, che è sveglio da sei giorni per rileggerlo.
Mauro: Dio mio…
Scalfari: Dimmi.
Mauro: E porc… Io mi dimetto.
Redazione di «Servizio Pubblico». Facce disperate. A Sandro Ruotolo sono caduti i baffi.
Michele Santoro: Sandro, chi ci ha perseguitato oggi?
Ruotolo: Nessuno Michele.
Santoro: Come?! Noi siamo una risorsa, una perla! Che dice Travaglio?
Ruotolo: Dice che lui è di destra, che non viene più.
Santoro:  Maledetto, traditore! E io adesso di che mi lamento?
Ruotolo: Non lo so Michele… Potresti lamentarti della dieta Dukan che non funziona…
Santoro: Sì che funziona, sono solo un po’ gonfio, è lo stress. Vabbé senti, chiama Sandro Parenzo, digli di telefonare agli amici suoi, che si faccia rubare un altro paio di antenne, una macchina, il cavolo che gli pare… Almeno si tira avanti una settimana.
Ruotolo: Sì, ma poi?
Santoro: Poi chiediamo l’elemosina con un appello sul sito. Tanto siamo già  attrezzati.
Casa Travaglio, sera.
Travaglio: Pronto, Maurizio?
Maurizio Belpietro: Marco?
Travaglio: Ciao, senti, volevo dirti… Sai quando dicevo che eravate servi, quando ti insultavo ad Annozero… Scherzavo, lo sai no?
Belpietro: Beh, insomma…
Travaglio: Sai, io sono di destra… Ora devo cambiare un po’ genere… I libri mi han già detto che non vendono più, c’ho una famiglia… Magari, lì a Libero, una sedia vicino a Facci…
Belpietro: Mah, adesso vediamo, eh… Ciao Marco, ciao.
Travaglio fa un altro numero.
Travaglio: Pronto Giuliano?
Giuliano Ferrara: Marco?
Travaglio: Sì, ciao, no, sai quando dicevo che il Foglio fa schifo e non vende nulla… Scherzavo eh…