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Vieste/ LA VETERINARIA NEI DISASTRI AMBIENTALI

Alle ore 11.32 del 31 ottobre 2002, una forte scossa di terremoto colpi una vasta zona al confine tra il Molise e la Puglia. Quell’ evento segnò  un tragico destino per  27 bambini di San Giuliano di Puglia insieme alla loro maestra, oltre a 35 persone ferite.  Quel terremoto purtroppo non colpi’ solo il Molise ma anche molti centri del   Sub Appennino Dauno e tra questi fu Casalnuovo Monterotaro a subire le ferite più gravi, molte ancora oggi ben visibili. Memore di un evento che portò disagi un po’ ovunque nella nostra Provincia , l’Ordine dei Veterinari di Foggia, nell’ambito delle giornate daune 2011 previste come aggiornamento professionale per i medici veterinari, ha inteso organizzare una giornata di studio sulla disastrologia veterinaria che si è tenuta proprio sui luoghi dove il sisma è stato più forte.
 Ma cosa hanno a che fare i terremoti con la veterinaria?  La risposta viene data dai danni che gli eventi sismici hanno provocato quali la distruzione di stalle,l’ uccisione o il ferimento di  animali, l’aumento spropositato del randagismo canino e felino, oppure la  rottura della catena del freddo nei  vari esercizi di macellerie o di ristorazione. Per questo è doveroso essere pronti e non si può improvvisare.  La vera emergenza è anche impedire l’abbandono zootecnico e antropico per tutelare la economia locale rurale. E’ necessario  educare gli allevatori  a costruire stalle antisismiche ( molte stalle del Gargano sono solo ricoveri improvvisati creati all’insegna del risparmio ). Gli eventi sismici che hanno già colpito altre Regioni, come l’Abruzzo,hanno tanto da insegnarci perché sono stati fatti grandi sforzi per consentire agli allevatori di restare sul posto. E’ inutile costruire bellissime casette per gente che non potrà rimanere ma dovrà andare via perchè è crollata anche la propria economia e le attività sono andate perdute.
A Casalnuovo  Monterotaro, il Servizio veterinario pubblico si è attivato immediatamente e ha consentito di monitorare il territorio e pianificare in tempi brevi gli interventi da attuare. Il problema principale è apparso lo smaltimento di carcasse e prodotti animali, per la mancanza di impianti di denaturazione idonei, e il controllo del randagismo canino per la carenza di canili.
E’ evidente che  il ruolo del veterinario ora è cambiato: non solo la cura verso i cani e i gatti, ma anche , e soprattutto, la prevenzione verso tutte le forme di epidemia animale, verso le tossinfezioni alimentari umane e verso un criterio di  collaborazione con i vari Enti Locali indirizzato al rispetto  delle regole umane .
Una formula che . se perseguita, potrà dare la propria impronta anche alle crisi economiche di cui oggi tanto si parla.

Bartolo Baldi – veterinario