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L’orgoglio delle associazioni per la difesa e la valorizzazione del Mare Adriatico e del Mare Jonio

Riceviamo e pubblichiamo.

 

   Sembra di capire che l’unica funzione del rappresentativo e autorevole Consorzio Gargano Mare sia la promozione e la commercializzazione delle strutture ricettive dei propri associati, al netto dell’irragionevole e allucinogeno sfogo contro la tassazione turistica. Temo che i consorzi turistici della Puglia vivano sulla Luna nel segno della mitizzazione della promo commercializzazione dei posti letto che svincolati dall’integrità territoriale rimangono semplici posti letto come quelli di casa vostra. Spesso vendono i “cozz vacand” perché i disagi non dovrebbero essere fatturati. L’impegno è fortemente limitativo date le evidenti interdipendenze che legano tra loro la preservazione dell’ambiente, il turismo e la sua promozione, la società con tutte le sue aspettative di godere dei benefici propri della tutela dell’ambiente e del benessere economico derivante dallo sviluppo turistico. Che senso ha nel medio e lungo periodo promuovere e commercializzare i posti letto disinteressandosi dell’integrità territoriale in cui operano le aziende turistiche ricettive?
L’agire economico è ancorato al breve periodo ma le strutture turistiche, sempre più simili alle basi militari dell’esercito turco sul confine con la Siria, sono ereditate nel medio e lungo periodo.
          La tutela dell’ambiente è evidentemente delegata alle associazioni ambientaliste, alla volontà di singoli individui che non hanno interessi economici nel settore turistico, al caso [sembra coinvolgere il mondo produttivo nato dalla ricettività turistica quello che per molto tempo ha caratterizzato la vita dei partiti politici: da una parte la società civile legata ai valori della tutela dell’ambiente; dall’altra i partiti politici, di qualsiasi colore, completamente distratti e intimoriti dalle ripercussioni elettorali di scelte impegnative poiché l’illegalità ambientale è stato fenomeno sociale di massa e guai quindi a farsi paladini dell’ambiente].
          La minaccia proviene dal mare. Parlo di petrolio e di mare che rischia di diventare un mare di petrolio non più praticabile per il turismo balneare. Parlo di business e della strumentalità della tutela dell’ambiente per fare affari. E’ un paradosso che non è sfuggito alla redazione di Talk Radio Blu che durante la trasmissione del 25-11-2011 (http://www.ustream.tv/recorded/18740006) , incentrata sulla problematica dell’estrazione del petrolio nel Mare Adriatico, ha posto ai rappresentanti della rete di associazioni che si battono contro l’eventualità dell’estrazione del petrolio nel mare Adriatico, ospiti in studio, il seguente quesito: “Le categorie produttive direttamente interessate cosa fanno di fronte a questa problematica?”.
Il rappresentativo e autorevole Consorzio Gargano Mare ha inviato al Ministro dell’Ambiente e al Ministro per i Beni e le Attività Culturali “le osservazioni alle ispezioni sismiche, mediante la tecnica denominata “air gun”, D1 BP SP e D1 FP SP proposte dalla Spectrum Geo di Londra ai fini della ricerca di idrocarburi lungo la riviera adriatica”? Basterebbe leggersi l’inquietante reportage scientifico della copiatissima [il riferimento è alle interrogazioni parlamentari di Insigni Onorevoli del Parlamento della Repubblica Italiana che limitano la propria missione parlamentare al copia e incolla di ricerche altrui] professoressa Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice presso l’Istituto per la Sostenibilità della California State University ( http://ilgarganonuovo.altervista.org/PDF/GN_2011/2011_7b.pdf ),  o limitarsi a rivedere su youtube i video sul disastro ambientale provocato dall’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, per capire che il rischio di vedere svaniti i propri investimenti è concreto e reale. Gli imprenditori del Consorzio Gargano Mare non tutelano i propri interessi economici in un’ottica di medio e lungo periodo. Già oggi, in ogni caso, il traffico di navi petroliere che solcano l’Adriatico dovrebbe porre agli irrazionali imprenditori del settore turistico alcuni quesiti sulla prevenzione dei disastri in mare che coinvolgono le navi petroliere. Lasciano l’impiccio ai volontari del Comitato per la tutela del mare del Gargano.
          Diamo uno sguardo all’entroterra. E’ economicamente razionale che il Consorzio turistico Gargano Mare non esprima una posizione articolata sull’importanza per la tutela del territorio e quindi dell’economia turistica dell’approvazione del Piano per il Parco Nazionale del Gargano? Anche il Consorzio Gargano Mare teme la rispondenza tra le pianificazioni urbanistiche dei comuni e il Piano per il Parco?
          E gli effetti sulla concorrenza illecita nel settore turistico derivanti dell’uso improprio dell’art. 5 del D.P.R. n. 447/98 e s.m.i.. “Regolamento recante norme di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione per la realizzazione, l’ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi, per l’esecuzione di opere interne ai fabbricati, nonché per la determinazione delle aree destinate agli insediamenti produttivi, a norma dell’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59” (l’art. 1 bis, aggiunto dall’articolo 1 del D.P.R. 7 dicembre 2000, n. 440, estende la portata del D.P.R. 447/98 alle attività turistiche ed alberghiere) interessano il Consorzio Gargano Mare ?
          Per non parlare del disinteresse degli effetti sul sistema turistico locale del continuo aumento di posti letto in un contesto territoriale che già registra una capacità ricettiva assolutamente eccezionale nel panorama regionale. O della dimenticanza della problematica riguardante il vasto patrimonio ricettivo non accatastato con tutte le conseguenze in termini di mancato gettito fiscale che presenta aspetti schizofrenici poiché il contrasto alla criminalità organizzata, la lotta agli incendi boschivi, il potenziamento della rete infrastrutturale, argomenti molto sensibili alla classe imprenditoriale turistica (e non solo), richiedono risorse ottenute utilizzando la leva fiscale.
          Si auspica che la razionalità economica guidi i comportamenti degli imprenditori associati del Consorzio turistico Gargano Mare poiché è strumentale alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
          
Lazzaro Santoro