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Olio d’oliva taroccato la Puglia dice basta

Navi laboratorio camuffate da cargo nelle acque internazionali infestate da agropirati: a bordo si «costruisce» olio extravergine di oliva (almeno in teoria). Gli ingredienti pochi ma imprescindibili: nocciole turche marce, clorofilla per dare un po’ di colore e deodorante quanto basta.

Il passo successivo è lo sbarco nei porti delle nebbie, con danni commerciali enormi: l’olio taroccato viene venduto al dettaglio a 2,50 euro (bottiglia, etichetta, tappo e due passaggi commerciali compresi). E la Puglia olivicola e olearia è al palo: la concorrenza sleale la mette fuori mercato.

Un meccanismo diabolico che la Cia di Puglia intende inceppare con una petizione indirizzata al presidente dell’Ue Josè Barroso, al commissario all’Agricoltura, Dacian Ciolos, al presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro e al ministro delle Politiche agricole e forestali, Mario Catania. «A garanzia della qualità dell’olio extravergine di oliva – spiega il presidente regionale della confederazione, Antonio Barile , nel corso di una conferenza stampa nella sede della Giunta della Regione Puglia – proponiamo l’abbassamento del parametro degli alchil esteri (composti che si formano in seguito al degrado delle olive e, in elevata quantità, testimoniano la scarsa qualità dell’extravergine ndr)».

La Cia chiede che la soglia sia portata dagli attuali 75 a 30 milligrammi al chilo per non consentire miscele. «L’attuale percentuale di alchil esteri permette – spiega Barile – di mettere in commercio con la dicitura “olio extravergine di oliva” anche oli ottenuti con miscele che possono contenere fino al 60% di oli lampanti rettificati e deodorati. Questo prodotto rappresenta la rovina dell’olivicoltura pugliese, che ha visto nelle settimane scorse crollare il prezzo dell’extravergine e delle olive».

La petizione voluta dalla Cia di Puglia viene firmata dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dall’assessore alle Risorse agroalimentari e coordinatore nazionale degli assessori regionali, Dario Stefàno, che definisce la petizione «un ulteriore elemento per fare qualità». Vendola esprime soddisfazione per la «presenza nella grande distribuzione, così come negli autogrill, dei prodotti agroalimentari pugliesi». Una presenza che rappresenta «l’uscita dalla clandestinità» dei tesori della tavola regionale. Il presidente della Regione sprona, infine, gli agricoltori a «innovarsi fino all’ossessione». Per salvaguardare i produttori e contrastare la diffusione di miscele impure è stata presentata, sulla riduzione della soglia degli alchil esteri, anche un’inter rogazione bipartisan al Parlamento europeo, che vede Paolo De Castro (Pd), e Sergio Silvestris (Pdl), come primi fir matari.

LE CIFRE DELL’OLIVICOLTURA PUGLIESE – Interessa 360mila ettari, impegna 9 milioni di giornate lavorative. La produzione lorda vendibile sfiora i 300 milioni di euro. La regione mette sul mercato 1,5 milioni di quintali di extravergine: prima al mondo.

MARCO MANGANO