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Vico/ Un museo dei contadini

L’iniziativa della ProLoco che chiede aiuto agli agricoltori e pastori della zona per ulteriori testimonianze. Sorgerà nel vecchio frantoio “Maratea” costruito nel trecento.

 

Un museo delle agricolture storiche di Vico del Gargano nascerà nel trappeto «Maratea», l’iniziativa è della Pro loco di Vico del Gargano-San Menaio. L’originale museo – spiegano i promotori dell’iniziativa culturale – ospiterà tecniche e attrezzature dei modelli agro-silvo-pastorali tipici del luogo, tramite un percorso ideale in quattro spaccati incentrati sulle arcaiche produzioni del territorio vichese e più in generale garganico: cerealicola, olearia, vinaria (apprezzata e decantata anche dallo studioso Michelangelo Manicone nella sua «Fisica Appula») e casearia. Il trappeto «Maratea» situato nel centro storico vichese è una sorta di scrigno della «memoria», che racchiude testimonianze di secoli di cultura agricola e pastorale. Il trappeto altro non è che l’antico frantoio appartenuto alla famiglia Pasquarelli, costruito nel Trecento, dove si conferivano le olive per la molitura. E’ ancora «cristallizzato» nella sua identità: ci sono le gigantesche macine che venivano azionate da buoi, ai quali si coprivano gli occhi per evitare che impazzissero; ci sono il selciato e le vasche per la decantazione dell’olio; sono inoltre esposti un calesse, numerosi antichi strumenti per la caseificazione e gli oggetti di vita quotidiana di un tempo, come vestiti, scarpe, piatti. «Il territorio di Vico e del Gargano più in generale – spiega il presidente della Pro loco, Titino Del Conte – è ancora oggi segnato da un modello di produzione agricola noto come tradizionale che nel corso degli ultimi decenni, è andato gradualmente marginalizzato e abbandonato in seguito al progressivo affermarsi delle agricolture intensive. Ciò nonostante queste forme di produzione agricola continuano a sopravvivere; costituiscono, infatti, una parte considerevole del tessuto territoriale non solo italiano ma anche dell’Unione europea: le colture praticate per secoli, il rapporto uomo-ambiente che ne costituiva sostanza e sfondo erano risposte a sfide concrete, tanto più "razionali" quanto più le condizioni ambientali e le tecniche erano povere. Quei sistemi agricoli tradizionali – aggiunge il presidente Del Conte – non si può non convenire che hanno garantito la sopravvivenza a una moltitudine di comunità rurali sparse lungo tutta la penisola Italiana. Nel Gargano del resto il modello agropastorale costituisce ancora oggi un’importante fonte di lavoro e di reddito». Il progetto per un museo dell’agricoltura potrà concretizzarsi a patto che trovi il necessario aiuto e sostegno della comunità locale. «Infatti» sottolinea il presidente della Pro loco «la riuscita del progetto é legata necessariamente alle sensibilità di contadini, pastori, cultori, studiosi perché mettano a disposizione, saperi, conoscenze, arnesi, attrezzature delle produzioni agricole tradizionali di Vico del Gargano, e perché no di tutte le comunità del nostro Promontorio. il nostro obiettivo è quello di valorizzare a fini scientifico-didattici e turistici il trappeto Maratea a spazio museale per ricostruire (con teche di reperti), e raccontare (con poster, video, guide) i saperi del modello agricolo che ha caratterizzato storicamente il Gargano» .

Francesco Mastropaolo

 

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