Menu Chiudi

Il porto di Manfredonia da tre mesi senza rimorchiatore

Senza rimorchiatore da tre mesi. E da sei anni commissariato. Se i tre principali porti di Puglia — Bari, Brindisi e Taranto — uniscono le loro forze per raggiungere obiettivi ambiziosi, il quarto — quello di Manfredonia — resta fermo. Anzi va indietro. Perché un porto senza rimorchiatore non può fare passi in avanti. Dopo che il bando per il nuovo rimorchiatore è andato deserto, oggi associazioni, agenzie marittime, la società San Cataldo (che espleta il servizio di rimorchio in Puglia) e il commissario dell’Autorità portuale Gaetano Falcone si ritroveranno intorno a un tavolo alla ricerca di una soluzione. Il primo passo verso un progetto più ampio. Falcone, infatti, non ha digerito l’esclusione del porto di Manfredonia dal progetto Apulian Ports presentato ieri.

«La portualità regionale — spiega — è unica, pertanto bisognerebbe avere una strategia comune. Speriamo che in questo ambizioso progetto possa presto rientrare anche il porto di Manfredonia, anche alla luce della sollecitazione del presidente Nichi Vendola al ministro Corrado Passera sulla nomina di un presidente per l’Autorità portuale». Rassicurazioni in tal senso arrivano dall’assessore regionale ai Trasporti Guglielmo Minervini: «Non c’è alcuna volontà di escludere il porto di Manfredonia, che potrà anzi integrarsi nel progetto non appena avrà il pieno possesso dei poteri». Il riferimento è lo stesso fatto da Falcone: l’assenza di un presidente dell’Autorità portuale, commissariata ormai da sei anni (la previsione iniziale era di sei mesi).

Tra le sofferenze in cui versa la struttura, ci sono la scarsa movimentazione delle merci (900 mila tonnellate nel 2011 rispetto ai 6milioni di Bari, i 10 di Brindisi e i 28 di Taranto) e il mancato insediamento di aziende importanti come la Sfir, che dopo la chiusura dello zuccherificio di Foggia aveva pensato a una delocalizzazione nell’area portuale di Manfredonia. Progetto bocciato dal consiglio comunale nel 2006. La struttura è in stato di abbandono. Per rimetterla in sesto occorrono 60 milioni di euro, come annunciato da Falcone, che spera in un sostegno della Regione. «Lo abbiamo già fatto per altri porti— puntualizza Minervini — ma è necessario che alle parole seguano i progetti. Quando arriveranno, li valuteremo».

Marzia Campagna