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Fisco, dal 2014 sconti a famiglie e redditi bassi

Dal 2014 le maggiori entrate che arriveranno dalla lotta all’evasione andranno, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, alla riduzione delle tasse per le fasce più deboli, con particolare riferimento all’incremento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico. Lo prevede la bozza del dl fiscale all’esame del preconsiglio dei ministri. A decorrere dall’anno 2014, cioè dall’anno successivo al pareggio di bilancio, “le maggiori entrate derivanti negli anni 2012 e 2013 dalle disposizioni di cui al presente decreto in materia di contrasto all’evasione, potenziamento della riscossione e revisione delle sanzioni, accertate, sulla base dei risultati conseguiti, con apposita relazione del Ministro dell’economia e delle finanze da presentare al Parlamento entro il mese di febbraio dell’anno successivo, sono riassegnate nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica al Fondo”, previsto dalla manovra estiva, “per essere destinate, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, a misure, anche non strutturali, di sostegno del reddito di soggetti appartenenti alle fasce di reddito più basse, con particolare riferimento all’incremento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico”.
 
 Per quanto riguarda le misure di contrasto all’evasione l’Agenzia delle Entrate elaborerà liste selettive di evasori, ”ripetutamente segnalati” per violazione dell’obbligo di emissione della ricevuta o scontrino fiscale. ”L’Agenzia delle entrate – si legge nella bozza del dl – elabora, nell’ambito della propria attività di pianificazione degli accertamenti, liste selettive di contribuenti, i quali siano stati ripetutamente segnalati in forma non anonima all’Agenzia stessa o al Corpo della Guardia di Finanza in ordine alla violazione dell’obbligo di emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale, ovvero del documento certificativo dei corrispettivi”.
  Arrivano inoltre multe salate per chi porta capitali all’estero illegalmente, attraverso un meccanismo che incrementa la sanzione fino al 40% secondo la quantità di denaro esportato. La violazione, si legge nella bozza del provvedimento, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria: dal 5 al 20% dell’importo trasferito o che si tenta di trasferire in eccedenza rispetto alla soglia, se tale valore non è superiore a 10 mila euro; dal 20% al 40% dell’importo trasferito o che si tenta di trasferire in eccedenza rispetto alla soglia se tale valore è superiore a 10 mila euro.
  Tra le altre misure inserite nella bozza del decreto, la chiusura d’ufficio per le partite iva inattive. “L’Agenzia delle entrate – si legge – sulla base dei dati e degli elementi in possesso dell’anagrafe tributaria, individua i soggetti titolari di partita Iva che, pur obbligati, non abbiano presentato la dichiarazione di cessazione di attività” e “comunica agli stessi che provvederà alla cessazione d’ufficio della partita Iva”.
 Potenziati i controlli nei confronti di soggetti del Terzo settore. La norma estende il potere di accesso degli ispettori fiscali per combattere le frodi Iva nei confronti di enti non commerciali e agenzie onlus. Nella bozza, però, non compare, per il momento, l’introduzione dell’Ici per chiesa e no profit.
 Ispettori autorizzati a giocare per controlli scommesse. “Gli appartenenti all’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato – si legge – sono autorizzati ad effettuare operazioni di gioco presso locali in cui si effettuano scommesse o sono installati apparecchi”. Per questo tipo di operzazioni “è autorizzata a costituire, avvalendosi di risorse proprie, un fondo destinato alle operazioni di gioco a fini di controllo, di importo non superiore a 100mila euro annui”.
 Partecipazione 5 per mille anche oltre termini. ”A decorrere dall’esercizio finanziario 2012 possono partecipare al riparto del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche gli enti che pur non avendo assolto in tutto o in parte, entro i termini di scadenza, agli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo, abbiano i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento; presentino le domande di iscrizione e provvedano alle successive integrazioni documentali entro il 30 settembre”.
 Modifiche per accertamento studi settore. Il provvedimento riguarda i casi di ”omessa presentazione dei modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore o di indicazione di cause di esclusione o di inapplicabilità degli studi di settore non sussistenti, nonché di infedele compilazione dei predetti modelli che comporti una differenza superiore al 15%, o comunque 50mila euro, tra i ricavi o compensi stimati applicando gli studi di settore sulla base dei dati corretti e quelli stimati sulla base dei dati indicati in dichiarazione”. La disposizione si applica con riferimento agli accertamenti notificati a partire dalla data di entrata in vigore del presente articolo. Per gli studi slitta a fine aprile il termine per le dichiarazioni riferite al 2011.
 Limiti pignorabilità proporzionali a stipendio. Le somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate dall’agente della riscossione in misura pari ad un decimo per importi fino a 2 mila euro; in misura pari ad un settimo per importi da 2 a 5 mila euro. Sono questi i limiti introdotti dal dl fiscale in materia di pignoramento di credito verso terzi. Resta ferma la misura di cui all’articolo 545, comma 4, del codice di procedura civile, se le somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, superano i 5 mila euro.