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Operazione Rinascimento/ Fabbrocini: Pacilli da latitante voleva ‘far soldi’

"La cattura di Giuseppe Pacilli ci ha portato a conoscenza di nuovi scenari criminali, nuovi aspetti delle mappe mafiose garganiche motivo per cui le indagini non si sono fermati lì. Abbaimo continuato a lavorare per liberare quel territorio finito per anni nelle mani di delinquenti efferati". C’è grande soddisfazione per l’operazione odierna nelle prime parole del Questore di Foggia, Maria Rosaria Maiorino. Operazione che ha portato all’arresto di una rete di fiancheggiatori che avrebbero aiutato il latitante Pacilli nei suoi due anni di fuga tra gli anfratti della montagna del Sole. "La Squadra Stato sta lavorando da anni per restituire dignità a questo territorio – ha ribadito il questore . Quando arrestammo Pacilli si parlò di primavera dell’antimafia, oggi posso dire, invece che sul Gargano brilla un sole che riscalda la gente di parole come legalità, libertà e democrazia – ha chiosato Maiorino. "Oggi ci troviamo di fronte ad un "Rinascimento" (nome dell’operazione) della società civile – ha precisato, invece, il Procuratore capo di Foggia, Vincenzo Russo. La cattura di pericolosissimi latitanti, il sequestro di beni, non ultimo gli arresti odierni sono risultati che abbiamo voluto ottenere per tutti i cittadini". ‘Da latitante Pacilli voleva fare i soldi – ha detto il capo della mobile Alfredo Fabbrocini – che sottolineato lo spessore criminale dell´uomo. Era scaltro e attento, capace di muoversi tra le montagne garganiche anche di notte aiutato dalla sua rete di fiancheggiatori che gli consentivano di sentirsi al sicuro nel suo feudo. A Monte prima di aprire un´attività commerciale – ha detto – bisognava avere il suo permesso’.