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Nodo stabilizzati/ Nelle Asl di Puglia 280 rischiano ancora

Minacciano un nuovo presidio, dinanzi al consiglio regionale, i camici bianchi pugliesi finiti sotto la mannaia delle de-stabilizzazioni.

 

In queste ore, infatti, l’assessore alla Salute Ettore Attolini è chiamato a tenere una relazione nell’assise di via Capruzzi sulla vicenda delle stabilizzazioni bocciate dalla Corte Costituzionale per 530 operatori sanitari. In alcune Asl (la Bat l’ultima in ordine di tempo) le procedure di conciliazione dinanzi agli uffici provinciali del Lavoro hanno sortito gli effetti sperati: i medici hanno rinunciato al contenzioso con la Asl per aver perso il posto di lavoro a tempo indeterminato e la Asl li ha reintegrati. In altre, invece, anche a causa delle differenti sentenze emesse dai Tribunali (Taranto e Trani) hanno bloccato le procedure, indicate con circolare dall’ex assessore alla Salute Tommaso Fiore.

Allo studio dell’assessorato, ora, vi sarebbe l’ipotesi di indire nuovi concorsi per sottoporre le reitegre al lavoro alle procedure prescritte dalla Consulta, ma è una strada che ai de-stabilizzati non sta affatto bene. Mercoledì prossimo l’assessore, coadiuvato dai tecnici, è chiamato a Roma per analizzare con i rappresentanti del governo il famigerato piano di rientro sanitario, che prevede l’ulteriore step di tagli dei posti letto (altri 800, dopo i 1.400 del 2011) e degli ospedali (ci sarà il declassamento di un’altra decina di nosocomi, dopo i 18 già dismessi). Sarà quella l’occasione per incalzare il ministro della Salute Renato Balduzzi a concedere alla Puglia, che ha rispettato tempi e conti del piano, una deroga sul blocco del turn-over per il personale in modo da poter coprire i posti vacanti. Nel corso dell’anno, infatti, molti camici bianchi e amministrativi abbandoneranno il posto per la pensione e vi sarebbe la possibilità di sostituirli nel rispetto dei parametri fissati per la spesa del personale (-1,4% su quella del 2004). Una boccata d’ossigeno, questa, che compenserebbe la fuoriuscita dei de-stabilizzati e il collasso in cui sembrano piombati molti reparti. Dal coordinamento dei dirigenti medici, sanitari, tecnici e amministrativi de-stabilizzati delle Asl, intanto, arriva l’altolà ad una leggina che li obblighi a passare attraverso nuovi concorsi per riconquistare il posto di lavoro perduto. Sì, invece, ad un tavolo tecnico – questa la richiesta – che affronti la materia e dia, una volta per tutte, un unico indirizzo ai legali e alle Asl, evitando discriminazioni tra chi ri-ottiene il posto e chi resta a casa.

«Saremo nuovamente fuori dalla sede della Regione per ribadire il nostro forte no – riporta una nota – a una proposta di legge finalizzata a rifare i concorsi già sostenuti. È una soluzione ingiusta e incostituzionale e sarebbe l’ennesimo flop della Regione in materia di sanità». Innanzitutto, spiegano, non viene garantita «la restituzione del nostro contratto a tempo indeterminato già sottoscritto da tempo. E poi ricordiamo che abbiamo già sostenuto un concorso – così come voluto dalla stessa Regione nel 2007- dopo lunghi anni di servizio svolti presso le Asl pugliesi».

Di più. «I legali che ci rappresentano sostengono che la via della conciliazione amministrativa (così come avvenuto nell’Asl Bat) sia favorevole alle Asl per varie ragioni, tra cui la copertura dei posti vacanti, l’invarianza di spesa, l’esclusione del rischio di risarcimento danni e delle spese legali. Perché, allora, il consiglio regionale continua a non tenerne conto, mostrando una netta chiusura alla soluzione conciliativa? O non siamo importanti tanto quanto i dipendenti regionali o i medici del 118, quest’ultimi assunti a tempo indeterminato previa domandina? Si tratta della sorte della sanità pugliese e di circa 280 lavoratori e delle loro famiglie, che da numerosi anni vivono in balia dei contorti e controversi provvedimenti regionali e degli atti aziendali delle Asl. Il 31 marzo scadranno i nostri contratti a tempo determinato: ricordiamo che i nostri colleghi dell’Asl di Taranto sono addirittura a casa».

BEPI MARTELLOTTA