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Udienza n.6/ Processo Medioevo alla prova del nove

Udienza tecnica di transizione. Ascoltati quattro testimoni tra i militari che hanno condotto le indagini. Ieri hanno sfilato i carabinieri. Martedì tocca agli imprenditori.

 

 Udienza di transazione quella di ieri al "Processo Medioevo". Sono stati ascoltati quattro testi; tutti carabinieri che hanno condotto alcune indagini su alcuni degli eventi contestati agli imputati. La procedura vede imputati Angelo Notarangelo e Marco Raduano assieme ad altre cinque persone. Tutti sono accusati, a vario titolo, di ricettazione ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose. E’ il processo antiracket, nato dal blitz messo a segno il 14 aprile dello scorso anno. Quel giorno i carabinieri, coordinati dalla procura antimafia di Bari, arrestarono sette persone accusate di obbligare gli imprenditori turistici a pagare il "pizzo" alla fine della stagione estiva e ad assumere guardiani a loro affiliati per il servizio di sorveglianza. Sotto processo, oltre ad Angelo Notarangelo e Marco Raduano che sono in carcere, ci sono: Domenico Colangelo, anche lui in carcere, Giuseppe Germinelli, Giambattista
Notarangelo, Giampiero Vescera e Lìberantonio Azzarone, a cui invece sono stati concessi gli arresti domiciliari e Pietro Papagni libero contumace. Leri è toccato ai quattro brigadieri dei carabinieri, che in sostanza hanno solamente fornito alcuni elementi d’indagine sugli incendi alla roulotte e alle tre auto di Vincenzo Troia, uno degli imprenditori parti offese del procedimento. Nessuno di loro ha affermato di aver trovato materiale incendiario vicino ai roghi, ma tutti hanno lasciato intendere che si trattasse di episodi dolosi perchè i mezzi si trovavano tutti distanti ‘uno dell’ altro e la casualità che scoppiasse un incendio per autocombustione nello stesso momento a tutti i mezzi di proprietà dell’imprenditore è in effetti contrario a qualsiasi manuale di casistica. Si tornerà in aula il 10 aprile prossimo, quando verranno ascoltati altri tre teste. Saranno infatti interrogati alcuni proprietari di locali ai quali due degli imputati, Angelo Notarangelo e Marco Raduano avrebbero offerto il noleggio di slot-rnachine, nonostante non avessero la licenza per farlo. Elemento emerso durante la scorsa udienza quando sul banco dei teste si era seduto Vincenzo Troia, unico noleggiatore di slot-machine viestano. "Vennero a trovarmi nella primavera del 2008 tutti e due insieme, Angelo Notarangelo e Marco Raduano- ha esordito il teste Troia- .Mi dissero che volevano installare delle slot machine nei locali del paese. Io risposi che per me non c’erano problemi, ma pensai subito all’estorsione perchè quale concorrente viene ad avvertirti che vuole proporre agli acquirenti il tuo stesso prodotto? Lo fa e basta. Qualche giorno dopo mi chiamarono diversi miei clienti dicendomi di aver ricevuto la visita di Notarangelo e Raduano i quali volevano installare slot machine nei loro locali. Ovviamente loro conoscevano la fama di malavitosi dei due e mi chiesero di risolvere il problema, altrimenti non avrebbero più noleggiato le macchinette neanche da me. Erano tra i miei maggiori clienti e da loro guadagnavo circa 7mila euro al mese. Fui costretto a rintracciare Notarangelo e per evitare che entrassero nel giro gli feci un’offerta, ossia quella di dargli una parte del denaro proveniente dai miei guadagni" . Alla proposta di Troia, stando ai racconti del teste, Notarangelo e Raduano avrebbero risposto: "Si, ma non te ne uscire con pochi soldi. Fai conto che metti un guardiano e stai tranquillo, tanto pagheranno tutti a Vieste". Dopo qualche giorno Troia e i due si sarebbero incontrati per pattuire la cifra: "Due o tre giorni dopo ci incontrammo e proposi loro la cifra di 800 euro al mese e il pagamento semestrale- ha raccontato Troia – .Loro volevano di più, ma alla fine accettarono". Troia, durante la deposizione ha rivelato di aver scelto di pagare in modo da non perdere i suoi clienti fidati. Martedì prossimo toccherà proprio ai suoi clienti raccontare la loro verità.

Luca Preziusi
L’Attacco