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Sequestro Rodi/ D’Anelli: “Tutto in regola”

Pecorella: “Se la variante è antecedente al ’95 non serviva la nostra autorizzazione”. Per la Procura dietro la realizzazione di quelle palazzine in zona “Le Fontanelle” ci sarebbero artifizi e raggiri attraverso il quale sarebbe stato eluso il parere del Parco del Gargano.

 

 "L’ufficio tecnico comunale è serenissimo. E’ uno degli uffici più severi e se non è tutto in
regola, al vaglio non passa neanche una finestra". E’ la voce del sindaco di Rodi Garganico Carmine D’Anelli, che difende a spada tratta l’operato dei suoi tecnici dopo il sequestro preventivo di martedì delle otto palazzine edificate, secondo la Procura di Lucera, violando le norme in materia ambientale, paesaggistiche di edilizia eludendo anche l’autorizzazione dell’Ente Parco del Gargano. "Tutto è stato fatto nella norma – ha dichiarato D’Anelli – .Sono il sindaco, e non essendo firmatario potrei lavarmene le mani e lasciar correre, invece mi sento di difendere l’operato dell’ufficio tecnico perchè ha sempre lavorato con la massima trasparenza e in maniera severissima. I permessi di costruzione ci sono tutti, e non c’ era la necessità. dell’approvazione dell’Ente Parco perchè stiamo parlando di zone tipizzate in 167 già negli anni settanta, quando l’Ente Parco ancora non esisteva". La conferma arriva anche dal presidente del Parco del Gargano, Stefano Pecorella: "Nel nostro archivio non risultano varianti successive al 1995, anno in cui è stato istituito l’Ente Parco – ha dichiarato l’ex assessore provinciale all’Ambiente. Da quelli che sono gli atti comunali sembra che tutto sia precedente e quindi, in questo caso, non ci sarebbe stato bisogno di una nostra autorizzazione, di un assenso. E’ ovvio che però bisogna aspettare qualche giorno, affinchè tutto venga chiarito. Solo allora potremmo dare delle risposte chiare. Oggi ci auguriamo solo che la giustizia faccia il suo corso e abbiamo la massima fiducia nella magistratura, nella speranza che presto quelle palazzine possano essere restituite ai proprietari che stanno pagando il mutuo". Il sindaco D’Anelli non si da pace su come sia potuto avvenire un sequestro del genere. "Se la magistratura sa delle cose che io non posso neanche immaginare allora è giusto che proceda – ha proseguito – ma credo che da un bicchiere d’acqua si sia fatta una tempesta, perchè non vedo ombre dopo l’ulteriore chiarimento del Parco del Gargano. Comunque noi rimaniamo serenissimi perchè ci siamo attenuti scrupolosamente alla legge e mi spiace che martedì tutti i mass-media abbiano già scritto la sentenza. Qui c’è tanta gente che ha investito il proprio denaro per acquistare quelle case". Facendo un salto indietro all’operazione condotta dal Noe (Nucleo Operativo Ecologico), sembra che dietro la realizzazione di quelle palazzine in zona" Le Fonatanelle" a Rodi Garganico ci fossero artifizi e raggiri attraverso il quale sarebbe stato eluso il parere dell’Ente parco. Otto palazzine, 48 appartamenti da 90 e 100 metri quadrati, più il box auto, realizzate in una delle zone più suggestive da un punto di vista paesaggistico della Montagna del Sole, ossia proprio sul belvedere di Rodi. Tutta sotto sequestro l’area, che ricopre una superficie di circa 21mila metri quadrati, rientranti nel Piano di Zona comunale per l’edilizia popolare. "Considerate le rifiniture di prima scelta e i materiali di capitolato, di popolare hanno ben poco" hanno dichiarato gli inquirenti durante la conferenza stampa di martedì. Progetto che prevede anche la realizzazione di opere di urbanizzazione, come aree del verde pubblico, strade e parcheggi, per un valore complessivo di 20 milioni di euro. In realtà, come emerso dalle indagini dei carabinieri e del sostituto procuratore di Lucera Alessio Marangelli, "le abitazioni erano di un livello superiore e non certamente di edilizia popolare – hanno confermato gli inquirenti – .Rifiniture di pregio sia internamente che esternamente e realizzate con materiale di capitolato di costo eccessivo per abitazione che dovevano essere destinate all’edilizia popolare". Otto le persone denunciate, per tutti le accuse sono di violazione in materia ambientale, paesaggistica e di edilizia, dall’ingegnere direttore dei lavori Carlo Follieri di Lucera, ai due presidenti delle cooperative, rappresentanti degli acquirenti Piero Cotugno e Pietro Miscio, ai responsabili dell’ufficio tecnico del comune di Rodi, Domenico Di Monte e Pietro Carnevale, agli imprenditori titolari delle imprese costruttrici di Foggia e Apricena. Secondo il progetto originario dovevano essere palazzine con volumetria conte-nuta e non dovevano deturpare il paesaggio circostante. Inoltre, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Lucera, nessuno si sarebbe affatto preoccupato di versare i rifiuti altrove, anzi sarebbe stato riversato sia terriccio che materiale di lavorazione lungo i fianchi della collina che domina il centro Garganico, andando così ad innalzare e a modificare il livello del pendio del belvedere. Tre appartamenti degli otto sono già abitati e agli occupanti è stato concessa la facoltà d’uso. Alcuni degli immobili erano destinati a residenti che stavano acquistando la loro prima casa, mentre molte sarebbero diventate abitazioni dove poter trascorrere le vacanze estive. Gli inquirenti, che non escludono un possibile abbattimento delle palazzine, stanno ancora vagliando autorizzazione e licenze delle pa1azzine: per questo non si escludono ulteriori novità nell’indagine. "Quattro inchieste sul Porto e non è emerso niente -ha chiuso il primo cittadino di Rodi, Carmine D’Anelli – forse si dovrebbe dar meno retta alle lettere anonime in periodo elettorale. Qualcuno non aspetta altro che arrivino degli avvisi di garanzia in questo momento, sotto le elezioni. Non sa quanto si sbaglia".

Luca Preziusi
L’Attacco