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Lettera ai “vichesi lontani”

Mi rivolgo a te che, da anni, per ragioni di lavoro o di studio, vivi lontano da Vico.

 

 Sono Matteo Prencipe, nato a Vico, partito anch’io da Vico, esattamente nel 1974.
Soltanto 580 km di distanza, è vero, ma all’epoca mi sembravano anni luce. Lasciavo la mia famiglia, i miei amici, le mie radici, la mia ragazza per cominciare a lavorare a Bologna. E cominciavo ad essere sempre più spesso assalito da un sentimento strano e mai più cancellato: una miscela di felicità e di malinconia che non mi avrebbe abbandonato per 38 anni consecutivi. Sempre così: arrivavo a Vico ed ero felicissimo; ripartivo e la malinconia mi stritolava. Non voglio paragonare i miei sacrifici ai vostri; quelli fatti da chi ha abbandonato Vico tra gli anni 50 e 60. I miei sono nulla rispetto ai vostri. E li conosco bene perchè vissuti direttamente. Sorelle di mia mamma, con famiglie al seguito, si sono divise tra Torino e la Francia, negli anni in cui l’essere meridionale non era propriamente una condizione positiva. Ricordo quando tornavano a Vico, d’estate e non sempre, e la gioia che traspariva dai loro occhi. Ed i racconti di fatiche, di difficili e forse mai avvenute integrazioni sociali.  E i figli che crescevano, le famiglie che si allargavano,i ritorni a Vico sempre meno frequenti e le nuove generazioni che si sentivano estranei nelle radici dei padri e delle madri. Sensazione sgradevole, tante volte vissuta personalmente.

Sembrava che ti avessero tolto per sempre la tua identità: estraneo dove eri nato e nello stesso tempo estraneo nel luogo che ti aveva accolto. Anche te, caro vichese lontano per ragioni di studio, ho ben presente nella mia mente. Ho frequentato gli ambienti universitari vichesi trapiantati al Nord, vichesi e non. E tante volte si parlava della nostra Vico che non cambiava mai, sempre uguale a se stessa, sempre avvolta dalle sue sensuali abulìe locali, da quel senso di ineluttabilità che tanto ci irritava. E sempre a sperare in un miracolo: ritrovare Vico cresciuta e accogliente, accogliente nell’accezione più  cosmopolita del termine. Ma era sempre la stessa Vico!! Non cambiava mai nulla!! Ho fatto il Sindaco per lunghi 10 anni in un Comune della provincia di Bologna. Tredicimila abitanti e tanta ricchezza. Quella ricchezza derivante dalla laboriosità della gente emiliana ma con problemi di integrazione, anche di lavoro in anni difficili, di case, di emarginazione, di micro-criminalità, di piccole e grandi infrastrutture per l’essere confinanti con Bologna. Non è stato semplice, perchè ogni Comune ha i propri problemi, piccoli e grandi, che  bisogna risolvere. Ed i Sindaci, una volta eletti, restano persone sole davanti alla loro "etica della responsabilità". Ho dedicato tutto il mio tempo ad amministrare una comunità formata da etnìe diverse, con bisogni sociali tra i più disparati e sono stato abituato a dare risposte alle richieste che la comunità esprimeva, a volte in maniera forte, altre col sussurro della carità.Forse sono riuscito a farmi apprezzare proprio per aver sempre rivendicato con orgoglio il mio essere garganico, tanto da essere stato rieletto per la seconda volta. Mi conoscevano tutti, anche gli avversari politici dai quali ho ottenuto apprezzamenti per la mia spontaneità e per la gran voglia di lavorare al servizio della comunità.

A marzo dell’anno scorso, grazie anche a mia moglie, che ancora una volta si è fidata di me in questo viaggio a ritroso nel  tempo, è stato possibile ritornarcene a Vico, dopo 38 anni. Percepivo profumi e sapori di una volta, mai dimenticati, che  mi avvolgevano e mi estasiavano. Osservavo i panorami vichesi e mi fermavo come un bambino con gli occhi sgranati davanti al giocattolo sempre agognato. Sono stato fortunato ed il mio sogno si è realizzato. Sono di nuovo a Vico, in pianta  stabile. Ma ecco la "variabile non ponderata". Tra 4 settimane si vota e nei mesi precedenti tanti vichesi mi hanno invitato a tentare di nuovo l’avventura, a tentare una rielezione a Sindaco, ma questa volta della mia amata Vico. Un onore e un sogno allo stesso tempo! E’ per questo che mi rivolgo a voi, vichesi lontani. Vanno dicendo, gli ascetici "soloni" della politica vichese che, in quanto emigrato e per tanti anni lontano da Vico, non conosca i veri problemi del nostro paese. Io, invece, penso il contrario.

Intanto, perche loro che stavano a Vico e li conoscevano così bene, non li hanno mai risolti?

E poi perchè, come voi amici emigrati, quando rientravo osservavo freddamente le cose che potevano e dovevano essere cambiate. Quali?? Offrire un sogno ai giovani!! Dare loro una prospettiva futura, anche lontana, ma dargliela. Creare condizioni affinchè il lavoro non fosse considerato un qualcosa da trovare solo al Nord o in loco attraverso conoscenze di parenti, amici e amici degli amici. Creare occasioni, mettere in moto una sorta di circuito virtuoso attraverso la spinta di due risorse che nessuno può toglierci: turismo e specificità agricole locali. Chiacchiere??? E’ possibile!!! Ma stavolta fate tentare a qualcuno che è tornato con un po’ di esperienza amministrativa maturata in zone un po’ più ricche della nostra, a qualcuno che è tornato col cuore rivolto alla sua comunità vichese, a quella comunità agognata per 38 anni e per la quale ha deciso che valesse la pena rientrare in mezzo a lei.

Caro vichese lontano, invoglia i tuoi amici, i tuoi cari a preferire la lista "Vico nel cuore" col candidato Sindaco Matteo Prencipe. Proveremo  assieme, stavolta, a scuotere il nostro paese e ad avvolgerlo metaforicamente nel grande cuore vichese, quel cuore che, statene certi, non dimenticherà i sacrifici di tutti coloro che sono stati costretti a lasciarlo. Vico merita una rinascita ed io, anche con il vostro aiuto, voglio fare tutto il possibile affinchè ciò avvenga.

Matteo Prencipe