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A MONTE CIVITA E ALL’IDROSCALO SAN NICOLA SUL LAGO VARANO

 

Sulla riva del lago di Varano, la zona denominata San Nicola è stata visitata lo scorso 15 aprile dal gruppo di escursionisti domenicali viestani organizzati e guidati da quell’appassionato promotore d’iniziative pro ambiente e cultura che è Franco Ruggieri, insieme a Mimmo Dinunzio e Raffaele Guerra.

Ed eccoli qua nelle foto, come in altre precedenti, agghindati per l’occorrenza e sorridenti.

 

Se a primeggiare nell’interesse dei visitatori è il valore ambientale e archeologico della Necropoli di Monte Civita e del lago su cui il sito si specchia – attrazione prevedibile e largamente meritata – meno nota e pure interessante è un’altra particolarità, sua specifica del luogo, direi sentimentale-patriottica.
E’ il ricordo che durante la Prima Guerra Mondiale fu la base aerea militare di una squadriglia di idrovolanti. I quali, oltre ad effettuare voli di ricognizione, lanciarono bombe contro mezzi navali austriaci e contro installazioni militari su località dell’opposta sponda adriatica, in Dalmazia, regione facente parte allora dell’Impero austro-ungarico.
Quelle bombe, per la loro limitata potenza e il fatto di essere mirate solo su obiettivi militari, rispettando l’aviazione dell’una e dell’altra parte, persone e ambienti civili, non fecero molti danni e forse neppure vittime: talchè possono essere considerate  punture di spillo se confrontate alle distruzioni e alle stragi avvenute sui campi di battaglia durante quel conflitto.
Per non dire dei bombardamenti sulle città, detti «a tappeto», distruttivi, compiuti nella Seconda Guerra Mondiale» dagli aerei dei Paesi contendenti. 

 

Finita la guerra 1915-18, la squadriglia di idrovolanti fu sgombrata. La base, però, continuò a funzionare per l’addestramento delle reclute dell’Aviazione Militare. La chiusura definitiva avvenne all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso. Sul luogo tornò il silenzio. I pescatori ripresero il pieno possesso delle acque del lago e, in esse, anguille e capitoni tornarono a guizzare indisturbate e a crescere e moltiplicarsi a beneficio degli stessi pescatori e delle mense.
Della base militare rimasero i fabbricati che erano serviti come alloggio degli aviatori e per i servizi logistici degli aerei a terra, inutilizzati e abbandonati per molti anni alle offese del tempo e degli uomini, prima che qualcuno o qualche nuovo interesse potesse una buona volta stimolarne il restauro e il riutilizzo.
Nel così configurato contesto, di natura e memoria storica, i nostri intrepidi escursionisti, vagabondi domenicali tra «gl’irti colli» e le testimonianze archeologiche, si sono dato il piacere di trascorrere la bella giornata del 15 aprile scorso, ripagati della stanchezza in benessere fisico e conoscenze.
Ludovico Ragno