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Dopo un periodo intenso e difficile, Nicola Pinto ha riconquistato la sua Rodi

Il sindaco: “con i candidati giusti ho intercettato il consenso”.

 

 Il grande ritorno. Bello e solare. Dopo il brutto affaire della Comunità Montana, l’arresto e la piena assoluzione in tutti i gradi di giudizio per fatto insussistente, Nicola Pinto è di nuovo sindaco di Rodi Garganico. Con 1280 voti contro i 1004 della lista (sostenuta dal sindaco uscente Carmine D’Anelli) del candidato sindaco Giuseppe Ventrella e i 263 del penalista di Alfredo Ricucci, il socialista Nicola Pinto ha vinto con la sua lista "Rodi è già domani", ch rinvia allo slogan, hic et nunc di Hollande "C’est rnaintenant". Sessantadue anni, socialista di origine, amministratore nella prima e nella seconda Repubblica, ex presidente della Comunità montana del Gargano, Nicola Pinto è stato già sindaco di Rodi Garganico. Dopo le amministrative del 2007, come scrivono a Rodi, non si è rassegnato e il tempo gli ha dato ragione. A festeggiare in questi giorni il neo sindaco una folla di concittadini e "Sostenitori. Finisce l’era del sindaco Carmine D’Anelli, che per dieci anni consecutivi ha, secondo molti, tiranneggiato in paese. Con 496 voti D’Anelli, che spera di entrare nella lista Emiliano, ha monopolizzato tutto il consenso del centrodestra, dimostrandosi ancora protagonista. Questa, quindi, la composizione del prossimo Consiglio Comunale guidato da Nicola Pinto:

Pinto Nicola (sindaco),
Loreto Pino Veneziani,
Giuseppe Tavani,
Emilio Del Conte,
Salvatore Saggese,
Carlo Vallese,
Giuseppe Ventrella (consigliere di minoranza) e appunto,
Carmine D’Anelli (consigliere di minoranza) .

Raggiunto al telefono, il neosindaco si dimostra raggiante e soddisfatto: "Ho cominciato a lavorare dall’11novembre del 2009, mettendo in risalto tutte le lacune dell’amministrazione D’Anelli, con il ragionamento politico, con la documentazione. Ho individuato poi i giusti candidati capaci di intercettare il consenso della comunità. E 6 mesi fa ho formato la squadra. Tutti si sono mossi, perché ci tengono a fare politica e hanno voglia di fare per la città". Dall’ altra parte, invece, rileva Pinto, i candidati erano spenti e stanchi. Con un porto turistico, che invece di essere la loro fortuna si è manifestato come il loro boomerang. "La spiaggia di levante sta scomparendo, quest’anno l’erosione ha toccato quota 1 metro e 3 centimetri e sta mettendo in discussione la strada e il muro di sostegno. Un paese turistico senza spiaggia è un contro senso. I danni agli stabilimenti balneari sono enormi e a questi si sono aggiunti i lavori dell’Anas, che hanno portato una serie di negatività", spiega Pinto. Gli autogol di D’Anelli a suo avviso sono stati tanti. Primo fra tutti quello di voler rimanere a tutti i costi in lista, non facendo crescere i suoi epigoni. Inoltre non hanno fatto bene alla lista di centrodestra le continue diffamazioni ai danni di Pinto durante i comizi. "L’investimento del porto è anacronistico e rischia di diventare una cattedrale nel deserto. 4 milioni di euro di finanziamento senza alcun frutto per i rodiani se non l’erosione della costa e lo spiaggiamento del porto stesso. Rimane un porticciolo privato inutilizzato, dove non lavora nessun cittadino di Rodi e dove chi ha un posto barca o ha affittato una struttura deve pagare 7mila euro all’anno di condominio". La prima cosa da fare per Pinto è prevedere dei pannelli frangiflutto che non facciano insabbiare il porto e che salvino la spiaggia, Perché i cittadini di Rodi si sono affidati ad un ex sindaco? Nicola Pinto non ha dubbi. "Non bisogna confondere la politica nazionale e il vento di rinnovamento con le questioni locali. Il politico locale deve essere affabile, deve essere amico dei cittadini. Il mio ritorno è giustificato dalle mie capacità amministrative ed umane. D’Anelli ha letteralmente mobbizzato i dipendenti comunali che non erano dalla sua parte. Ai miei comizi c’era la folla, oltre 1000 persone". Insomma, una piena attestazione di stima e una vittoria piena per un centrosinistra, che altrove ha evidenziato tutti i suoi affanni.

Antonella Soccio
L’Attacco