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Provincia/ Un marchio «collettivo» per sostenere lo sviluppo (2)

“capitanata” per dire radici e qualità. Gaeta: “obiettivo, uscire dalle logiche campanilistiche e attivare un circolo virtuoso”.

 

 L’amministrazione provinciale vuole istituire il marchio collettivo provinciale "Capitanata", con la finalità di identificare i prodotti del territorio provinciale. Uno strumento di promozione che rassicura acquirenti e consumatori finali sulle caratteristiche di qualità dei prodotti o servizi offerti da un’ area’ specifica e che unifica "le tre aree di questo grande territorio, il Gargano, il Tavoliere con la sua Pentapoli, e i Monti della Daunia", come ha spiegato il consigliere Emilio Gaeta (Fli) nella seduta del Consiglio provinciale dell’11 maggio scorso, illustrando la proposta di cui è firmatario in coppia con il collega di maggioranza Aniello Masciulli (Pdl). "Ciascuno con una sua identità ed una sua cultura, devono essere valorizzati congiuntamente in un sistema economico che è sempre più attento alla tracciabilità e alla riconoscibilità dei prodotti, attraverso una promozione e azione di marketing commerciale", ha aggiunto Gaeta, auspicando che il Consiglio provinciale possa assicurare un celere iter amministrativo al provvedimento che punta a "uscire dalle logiche campanilistiche determinate dalle diverse e limitate promozioni di parte dei territori" e ad attivare "un circolo virtuoso di concertazione fra associazioni dei produttori e dei consumatori destinato a migliorare la qualità e la competitività dei prodotti del nostro territorio". La proposta è stata approvata a maggioranza. Non senza riserve, in riferimento al sistema di controllo che dovrebbe garantire la credibilità del marchio. "Se permetto a tutte le aziende che operano nel territorio di fregiarsi del marchio collettivo ma non mi occupo di verificare cosa le aziende mettono all’interno della confezione, potrei indurre in inganno il consumatore", commenta l’assessore all’Agricoltura Savino Santarella, sottolineando la necessità che come avviene per i prodotti a marchio Dop e Doc, occorrono disciplinari di produzione e enti di controllo che verifichino il rispetto delle prescrizioni. "È l’unico dubbio che ho sollevato in sede di Consiglio rispetto a questa iniziativa che considero molto positiva. Serve dare un ombrello ai nostri prodotti -continua l’assessore provinciale-, ma anche dare garanzie su chi fa i controlli, e trattandosi di un marchio territoriale che può utilizzare chiunque, occorrerebbero tanti enti di controllo quante sono le produzioni. L’operazione è difficile, ma l’amministrazione si è resa disponibile a lavorare per questa procedura". Una promozione in questo senso Santarella aveva già intrapreso con la sua campagna di qualche anno fa denominata "A tavola scegli la Daunia", che aveva il fine di promuovere nei ristoranti della provincia di Foggia (2800 i ristoratori contattati), e soprattutto nelle strutture garganiche della ricezione e accoglienza turistica, l’offerta delle produzioni tipiche locali. Dai vini all’olio fino alle conserve, le eccellenze dell’agroalimentare dauno narrano i territori. La scelta cadeva appunto sulla denominazione territoriale Daunia, piuttosto che su quella amministrativa di Capitanata,  preferita oggi. "È l’eterno dilemma dei foggiani", commenta Santarella, convinto che sul nome "più avanti si potrà operare una scelta più consona". Fondamentale è invece partire con !’istituzione del marchio collettivo che "più di ogni altra cosa è un’esigenza, un elemento distintivo forte in grado di traghettare questo territorio oltre i propri confini", a detta dell’ esperto in marketing territoriale Federico Massimo Ceschin. Così come sono riusciti altri. Non solo il solito Salento, ma anche le Cinque Terre, l’Oltrepo Pavese. In provincia di Foggia non ci si riesce per l’abbondanza dei marchi frutto "dell’umoralità dell’amministratore di turno" che chiamano il territorio ora Capitanata, ora Daunia, piuttosto che Gargano o Monti Dauni e Subappennino o Tavoliere. "Questo testimonia -continua il consulente della Godelli – la scarsa capacità di fare sintesi e proiettare un’immagine univoca". È un atteggiamento che secondo il parere dell’esperto "disorienta i mercati sia dal punto di vista della caratterizzazione delle produzioni di eccellenza che sotto il profilo dell’appeal turistico". Per questo se occorre immaginare la provincia di Foggia come un territorio esteso e plurale "preferirei di gran lunga la Daunia -precisa Ceschin- unito al Gargano, che è la somma della storia e dell’evocazione e percezione positiva di questo territorio costruita negli ultimi 40 anni".

Roberta Fiorenti
L’Attacco