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Atletico Vieste: Il pensiero del presidente tra ieri e domani

Presidente, complimenti per la salvezza.
"Il merito e’ dei ragazzi e di tutti quelli che ci hanno creduto".

Complice il sole viestano di maggio, Lorenzo Spina Diana si scioglie dalle tensioni di un campionato difficile per farne un bilancio e per svelarci qualche segreto sulle prospettive per il prossimo anno.

Ricollocare il Vieste nell’establishment calcistico in così breve tempo che sensazioni offre?
«Potrei dire, senza vanità, l’orgoglio di avere creduto in noi stessi e nella forza dei viestani, in ciò che è stato realizzato pur tra umanissime perplessità. Un club è un’azienda atipica, diversa da qualsiasi altra: risente, come nessun’altra, degli umori, della passione; e invece,ovunque, occorre razionalità. In sette giorni, una sconfitta o una vittoria finiscono per mutare le condizioni ambientali e si va dall’euforia più sfrenata alla depressione più profonda. Però senza paure e senza autocelebrazioni, ma con grande serenità, abbiamo lavorato in questi anni concentrati e a testa bassa per il popolo biancazzurro».

Se non avesse preso Pino Giusto, probabilmente il suo umore oggi sarebbe diverso…
«Con Lo Polito eravamo partiti bene, ricevendo ovunque complimenti per il bel gioco ma senza portare a casa i punti sperati. Proprio questa carenza di risultati ha demoralizzato l’intero ambiente tanto da rendere necessario l’avvicendamento in panchina. Giusto è riuscito a infondere la serenità e l’entusiasmo necessario al gruppo per conquistare la salvezza lavorando principalmente sull’aspetto psicologico ma apportando anche qualche correttivo sul piano tattico. Non nego che la sua riconferma alla guida tecnica, insieme a quella dei giocatori più rappresentativi, è il punto di partenza per programmare la prossima stagione».

Dal 2003 al 2012 cosa e’ cambiato? 
«Intanto, siamo per il terzo anno consecutivo in Eccellenza e soltanto in questo campionato abbiamo rischiato di retrocedere. Voltarsi a questo serve, a capire: non per citarci, ma il cammino intrapreso in quell’agosto del 2003 sembra lontano proprio grazie ai vari traguardi raggiunti e a una maturazione imponente, che ci ha permesso di essere al passo con le grandi piazze pugliesi, nel pieno rispetto delle regole del fair-play».

Pero’, il DS Paglialonga si e’ dimesso. Si dice in giro che Lei non abbia fatto nulla per trattenerlo…
"Ho condiviso con lui la mia stagione più difficile, ma alla fine abbiamo conquistato un altro traguardo storico. Gigi ha portato nel Vieste una nuova impronta manageriale, della quale cercheremo di fare tesoro nel prossimo futuro. Ma, inevitabilmente, ha finito per trascurare la risorsa più importante del calcio viestano, quel settore giovanile in cui io stesso credo molto. E’ giusto che torni alla base, sono certo che così potremo avere un futuro, insieme".

So che sta lavorando freneticamente per "allargare" il suo assetto societario. Ci può dire qualcosa a riguardo?
"Voglio trasmettere entusiasmo ai nostri tifosi, quello stesso entusiasmo che recentemente avevo smarrito, ma che il miracolo sportivo della salvezza mi ha restituito. Ora stiamo lavorando ad un nuovo progetto, con idee nuove e persone importanti. Abbiamo tutti la consapevolezza che in questo paese non si può vivere solo d’affari. Se ci riusciremo sarò grato a molti di loro, altrimenti mi faro’ da parte per il bene di tutti".

Cosa non vorrebbe rivivere più nel suo futuro da presidente?
«Se le tante sconfitte subite in campo le ho dimenticate con la vittoria dei play-out, ciò che non riesco a rimuovere sono gli incidenti del post-partita col Monopoli e l’aggressione subita a Francavilla. Dopo aver vinto per due anni consecutivi la coppa disciplina, sfiorando addirittura la tripletta lo scorso anno, assistere a scene di violenza dentro o fuori dal campo non appartiene alla mia cultura sportiva nè a quella dei miei tesserati e tifosi. Inoltre mi auspico di poter tornare a vedere al "Riccardo Spina" i supporters delle altre squadre; la città di Vieste è internazionalmente apprezzata per la sua ospitalità e dover vietare la trasferta ai tifosi dei nostri avversari è un’onta per l’intera comunita viestana e non soltanto per quella sportiva».

Dice Maurizio Gentile (suo ex capitano): la garanzia del Vieste si chiama Spina Diana… 
(sorride…) «La frase non a caso arriva da un ragazzo che ha scelto di tornare con noi e di restarci a lungo. Cioè da uno che crede veramente nel mio progetto».

Cosa vorrebbe dire per Lei vincere l’Eccellenza?
(…ancora un sorriso, questa volta condito da uno sguardo che la dice tutta) 
«Mi rifaccia la domanda fra un paio di anni!»