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Fiaccolata degli studenti di Peschici per Melissa Bassi

La tentata strage di Brindisi ricorda la mattanza di Utoya a Oslo del 2011, della quale subito è stato arrestato il colpevole – il 32enne  terrorista locale A. B. Breivik, portatore singolo di devianza sociopatica alimentata da un clima anti-solidaristico sempre più acceso nei paesi del Nord Europa.  Questo killer ha alimentato la propria mente con il canto di funeree sirene ideologiche negatrici della necessità per gli individui di sottomettersi al bene collettivo, perché fondamento di un sistema che riflette la psicopatologia delle trincee, in cui gli esseri umani sono oggetti intercambiabili e votati al sacrificio. È lecito chiedersi se, in Italia, Breivik sarebbe stato preso oppure sarebbe diventato l’ennesimo mistero irrisolvibile per nutrire le interminabili esercitazioni accademiche dei nostri politici pronti al delirio d’interpretazione?  Altra sabbia sarebbe stata aggiunta alla clessidra del tempo che – in Italia – sempre ha insabbiato la verità per continuare nello squallido gioco della volontà di non fare luce sulla storia recente del Belpaese. Lo squillo argentino delle voci dei ragazzini che in ogni parte della nostra devastata nazione (anche a Peschici gli studenti hanno organizzato una fiaccolata la sera del  23 maggio) si sono levate per la rivendicazione di appartenenza della giovane vita spezzata di Melissa Bassi, servirà a far crollare qualche cupola del potere che sta negando i diritti di molte generazioni di giovani? Sorgerà un inquirente non assoggettato, che seguendo le orme di Falcone e Borsellino, riuscirà a spezzare la concatenazione che mantiene in vita un vecchio modello di società? Sarà, alla fine, il mondo salvato dai ragazzini?

Maria Maggiano