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Nuovo Piano Paesaggistico la Puglia fa scuola

Dopo il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero ai Beni Culturali, a Bari delegati delle regioni Piemonte e Calabria per replicare il modello della copiaficazione.

 

 La copianificazione, un metodo che ha portato alla definizione del primo (perché redatto in base quanto previsto dal Codice dei beni culturali) piano paesaggistico d’Italia. A fregiarsi di questo primato, la Puglia, cui è stato riconosciuto formalmente dal ministro per i beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, quando è stato in visita a Bari. E adesso, anche le regioni Piemonte e Calabria vogliono mettersi sulla stessa strada della Puglia. Con la benedizione dello stesso ministero che scommette tanto sulla bontà che sulla modernità del metodo. Il metodo, appunto. È stato uno degli argomenti centrale del seminario su «Copianificazione e valorizzazione del paesaggio: Nuovi percorsi di copianificazione», che si è tenuto a Bari nella cornice del castello Normanno-svevo memore del principio in base al quale occorreva chiudere la stagione dei piani per avviare quella della pianificazione, l’equipe di tecnici che si è mossa sotto il coordinamento dell’ assessore regionale all’ Assetto del territorio, Angela Barbanente ha: studiato il territorio approfonditamente, partendo da analisi di dettaglio che hanno portato alla creazione di migliaia di schede; in queste schede sono stati inclusi i vincoli con una precisa indicazione dei parametri giustificativi degli stessi, ma senza limitarsi a dire: «Non si può fare». La novità di questo nuovo strumento, infatti, è che ci si muove per obiettivi di qualità. li piano chiarisce, a salvaguardia del bene paesaggistico e del territorio, quali sono i parametri da rispettare per ottenere il rispetto di questi obiettivi di qualità. Indicazioni di dettaglio che conferiscono certezza agli operatori. La copianificazione è un criterio che punta inevitabilmente a un approccio multidisciplinare ai problemi. Se in uno stesso territorio insistono competenze inerenti l’agricoltura e l’enogastronomia non è possibile che attingano da strumenti finanziari immaginati e creati in maniera autonoma dal contesto. Gli strumenti finanziari in materia di agricoltura, come ad esempio la Pac (Programmazione comunitaria), dovranno, com’è giusto che sia, interfacciarsi con gli strumenti di rango pianificatorio. Una riconversione agricola che sia incompatibile con la realtà idrogeomorfologica di un territorio, in definitiva, non dovrebbe essere più possibile. E così anche quando si progetta un piano per la mobilità (urbana a extraurbana), un programma poliennale di opere pubbliche che preveda la realizzazione di strade di grande scorrimento, un intervento di rigenerazione urbana. «È un radicale cambio di approccio culturale quello a cui vogliamo arrivare», chiarisce l’assessore Barbanente.