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Ischitella/ Altri due “parchi off shore”. Ora c’è l’okay del ministero

Gargano invaso da pale a mare: rivolta da Manfredonia a Rodi. La società “SEVA”, la cui sede è a Gressan in provincia di Aosta, ha avuto il via libera.

 

 Due parchi eolici off-shore a poco meno di tre miglia dalla costa tra i Comuni di Ischitella, Cagnano Varano e Rodi Garganico. il progetto del­la società "Seva", la cui sede è a Gressan in provincia di Aosta, ha avuto il via libera dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il primo progetto prevede l’installazione lungo la fascia costiera tra Cagnano Varano e Ischitella di ses­santasette aerogeneratori alti novanta metri; la distanza dalla costa di due mi­glia e mezzo; posizionati su fondale tra i quindici e venti metri; venti i metri di superficie interessati. Il secondo, inte­ressa il tratto di costa tra Rodi Garganico e Ischitella. il numero delle pale eoliche trentacinque, alte novanta metri; la di­stanza dalla costa tre miglia e mezzo; la superficie interessata poco meno di nove chilometri. A distanza di due anni si ripropone lo stesso progetto da parte del­la società aostana che venne approvato, a maggioranza, dal consiglio comunale di Ischitella, ma non si fece nulla a seguito della mobilitazione di cittadini, mondo politico, ambientalisti. Il partito demo­cratico di Ischitella ha chiesto al sin­daco, Piero Colecchia, "Un suo interven­to per scongiurare questo grave danno ambientale ed economico che si vuole perpetrare ai danni dalla nostra collet­tività". Scontata la mobilitazione delle associazioni ambientaliste e di buona parte del mondo politico è contro l’ipotesi di realizzazione del parco eolico off-sho­re. Insieme all’impatto ambientale il par­co – viene spiegato – penalizzerebbe an­che l’avifauna, trovandosi su una delle rotte migratorie più importanti che pas­sa proprio sul sito in questione. Senza dimenticare l’impatto paesaggistico e vi­sivo che offrirebbero tali parchi com­posti da oltre cento pale. Infine, il Gar­gano e la sua costa hanno come fonti principali di attività economica il tu­rismo e la pesca che tale opera non tiene in nessun conto, anzi le declassa e le svilisce. Innegabilmente compromessa, inoltre, ne risulterebbe la navigazione sia di pesca che da diporto (soprattutto crocieristica), per l’interdizione, non so­lo dello specchio d’acqua direttamente interessato, ma anche delle rotte navali che lo incrocerebbero. Dannoso per l’ambiente, il paesaggio, l’economia tu­ristica, il progetto, inoltre, assicura un esiguo ritorno economico, con un im­patto sulla forza lavoro limitata alla realizzazione del progetto, ma non alla sua gestione (riservata alla Seva). Per gli esponenti del partito democratico, il cor­rispettivo non ripagherebbe il danno che subirebbe il territorio; nelle casse co­munali entrerebbero trecentomila euro l’anno, somma che corrisponde allo 0,4 % di quanto la "Seva" guadagnerebbe per la vendita dell’energia settantacinque mi­lioni di euro l’anno. In sintesi, no all’eo­lico off-shore, lungo la costa del Gargano, per scongiurare l’eventualità che questo possa rappresentare l’apripista per la nascita di altri parchi eolici che trasfor­merebbero la fascia costiera garganica in una sorta di centrale elettrica.

Francesco Mastropaolo