Forse a qualcuno non andava a genio che l’appalto lo vincessero i piemontesi.
Indagini a trecentosessanta gradi dei carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano in merito all’incendio degli automezzi della Teknoservice, azienda che gestisce il servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti solidi urbani a Vico del Gargano. Il grave e preoccupante episodio sabato notte quando sono stati dati alle fiamme quattro automezzi che erano custoditi nell’area di servizio dell’Azienda piemontese, vincitrice della gara d’appalto bandita dalla locale amministrazione comunale. L’immediato intervento dei vigili del fuoco del presidio vichese ha fatto sì che il bilancio dei danni fosse meno pesante di quanto sarebbe stato se le fiamme avessero interessato anche altri due automezzi che erano parcheggiati a fianco; fortunatamente i vigili hanno potuto metterli in sicurezza. Che ci si trovi di fronte ad un atto di intimidazione nei confronti della Teknoservice è chiaro come la luce del sole; un segnale preciso, determinato lanciato ai titolari dell’Azienda per avviare, come suol dirsi, una trattativa. La "Teknoservice", azienda con sede a Piossasco, in provincia di Torino, si è aggiudicata la gara d’appalto, al massimo ribasso, per un importo a base d’asta di 6.622.814, bandita dalla precedente amministrazione comunale. In merito all’affidamento della gara, la "Tecneco" di Foggia, azienda foggiana classificatasi al secondo posto, aveva chiesto di prendere visione degli atti della gara per l’aggiudicazione dello stesso servizio, richiesta negatagli dal dirigente dell’Ufficio tecnico vichese e responsabile del procedimento, Elio Aimola. L’Azienda foggiana ha dovuto presentare ricorso al Tar, tribunale amministrativo che, avendo ritenuto motivata la richiesta, ha ordinato l’immediata messa a disposizione della documentazione alla ditta ricorrente. L’Azienda piemontese gestisce lo stesso servizio a Peschici, San Marco in Lamis e Sannicadro Garganico. Tornando all’incendio, che ci si trovi di fronte a gente determinata è fuori dubbio; la dinamica dell’attentato ne è la cartina di tornasole. Certamente ad agire non è stato una sola persona, vuoi per la complessità dell’operazione, ma anche perché ci sarebbe la testimonianza di un ragazzo che avrebbe udito più voci provenienti dalla parte da cui sarebbero entrati, dopo aver divelto una parte della recinzione, gli attentatori. Da una prima stima dei danni, si parla di circa seicentomila euro; evidentemente, c’è una criminalità che ha fatto, come suol dirsi, un "salto di qualità" lanciando segnali precisi che vanno in un’unica direzione: possiamo colpire dove e quando vogliamo.
Franco Mastropaolo