I direttori di Pugnochiuso e Baia dei faraglioni, Federico Ceschin e Eliseo Zanasi ragionano su come ottimizzare la destinazione turistica.
Il territorio del Promontorio del Gargano. Senza fatica conquista I primi posti per arrivi e presenze e colpevolmente resta indietro nelle politiche di sostegno all’economia sana che proviene dal mare e dal paesaggio. Senza forza di rappresentanza a livello di classe imprenditoriale che politico-istituzionale, quando si tratta di mettere le ali allo sviluppo turistico perché sia garantita l’accessibilità alle location turistiche. Abbiamo provato a interrogare i venditori di emozioni, gli imprenditori, gli esperti di marketing e i direttori delle strutture ricettive da fatturati record sulle ragioni del ritardo del Gargano in balia della casualità degli interventi e dei lampi di genio del singolo. Ostacoli all’ organizzazione dell’ offerta sono l’incomunicabilità tra operatori e località turistiche, la scarsa fruibilità e inacessibilità.
La stagione turistica precedente che ha visto la Puglia protagonista è stata caratterizzata, in particolare, dalla distribuzione dei flussi verso l’entroterra e dalla scoperta di nuove destinazioni, connesse alla cultura e all’enogastronomia. Non solo spiagge. Il turista del nuovo millennio è alla ricerca di un mare di emozioni. Di autenticità e passioni, sapori primordiali che profumano di terra, mistici sentieri da percorrere a passo lento, per immergersi nella religiosità dei luoghi. Assieme ai vacanzieri affezionati al prodotto balneare si muovono viaggiatori alla scoperta di tracce del passato che parlano il linguaggio ,dell’archeologia e dell’arte. Qualunque sia la motivazione del viaggio, c’è una parte di Puglia che forse più di ogni altra, per la sua natura plurale e unica, soddisfa ogni esigenza. E il territorio del Promontorio del Gargano. Senza fatica conquista i primi posti per arrivi e presenze e colpevolmente resta indietro nelle politiche di sostegno all’economia sana che proviene dal mare e dal paesaggio. Senza forza di rappresentanza sia a livello di classe imprenditoriale che politico-istituzionale, quando si tratta di mettere le ali allo sviluppo turistico perché sia garantita l’accessibilità alle location turistiche. Abbiamo provato a interrogare i venditori di emozioni, gli imprenditori, gli esperti di marketing e i direttori delle strutture ricettiveda fatturati record sulle ragioni del ritardo del Gargano in balia della casualità degli interventi e dei lampi di genio del singolo. Lo abbiamo chiesto a Eliseo Zanasi, presidente della Camera di Commercio di Foggia in procinto di inaugurare un progetto turistico in quel di Mattinata, Federico Massimo Ceschin, consulente dell’Assessorato al Turismo della Regione Puglia ed esperto in marketing territoriale, Roberto Di Martino, direttore commerciale del cinque stelle lusso "La Baia dei Faraglioni", e Salvatore Sozzo, direttore generale del complesso turistico targato Marcegaglia a Pugnochiuso.
In passato importanti acceleratori hanno favorito la nascita del turismo sul Gargano. Il primo elemento di veicolo dell’immagine del Promontorio lo ha rappresentato l’intellighenzia italiana, che sul finire degli anni Cinquanta scoprì Peschici. Con Mattei e l’intuizione di Di Marca poi c’è stato un ulteriore innesco che ha determinato a cascata l’interesse di molti imprenditori. Adesso il problema è capire chi possa fare da attrattore. Quel po’ di ristorazione di qualità è elemento di traino. Anche se non mancano imprenditori di seconda generazione, lungimiranti e attrezzati, l’impressione che si ha è che il Gargano sconti un deficit di rappresentanza politico-istituzionale. Si fa poco sistema e l’imprenditoria turistica non ha peso.
Zanasi – Bisogna trovare una casa comune, per i progetti. L’abbiamo cercata attraverso i Consorzi o altri sistemi però abbiamo visto che è tanto difficile. Questi progetti di natura turistica che portano benefici anche a chi non partecipa, occorre che siano valutati attraverso un monitoraggio delle esigenze. Oggi per poter fare degli studi ci vogliono i soldi e in un momento di crisi di liquidità per le imprese cosa deve fare un’istituzione? Un forum permanente sempre acceso sul turismo, creare punti di attacco fondamentali con dei progetti. Ma il credito è importante. Ci si può inventare tutti i percorsi di questo mondo, ma bisogna dare il sostegno alle imprese.
Di Martino – È così, è vero. Il Gargano, quando lo proponiamo prende la clientela, ma poi pecchiamo di tante altre piccole cose. Noi dobbiamo partecipare economicamente alle soluzioni utili al territorio. Mi permetto di dire qualcosa circa la questione dell’aeroporto. Abbiamo avuto un incontro, un po’ di tempo fa. Stiamo cercando di creare dei pacchetti e volevamo comprare dei voli, ma se non lo facciamo insieme, non è possibile, perché acquistare 29 voli piuttosto che 200 cambia tutto.
Zanasi – Sei partito dalla radice, fai bene a parlare di questo. È l’imprenditore che suggerisce una certa strategia e non il contrario, L’aeroporto è questione fondamentale. Non è possibile raggiungere Bari in un’ora e poi Pugnochiuso in due ore. La difficoltà di base è questa, e se non superiamo questo momento del possibile allungamento della pista, parliamo di niente. Si terrà il 25 giugno prossimo a Bari una conferenza di servizi che se non produce effetti vanificherà gli sforzi. Una soluzione sarebbe riprendere il sogno dell’aeroporto militare di Amendola, ma non per abbandonare l’idea della pista attuale, semplicemente per accelerare i tempi. Se ci sono ancora fiere opposizioni e tempi imprevedibili andiamoci a incatenare: qualcosa dobbiamo fare. Mi preoccupa che non ci sia polemica su questa cosa. Immagino che la venuta di Emma possa rappresentare anche un momento di coordinamento generale in cui si parla di questa cosa qua. Incontriamoci in una struttura qualunque per scambiarci in libertà queste opinioni.
Sozzo – Certo, l’aeroporto vicino è una necessità per questo territorio, soprattutto per il turismo straniero. Abbiamo degli uffici booking a Monaco di Baviera, e una persona che dall’isola di Albarella si occupa di commerciale per l’estero, prevalentemente Russia e Germania. Abbiamo un po’ di russi in casa e in piena stagione vendiamo suite a 250-300 euro.
Su temi e problematiche condivise c’è un tavolo di confronto, dove ci si ferma per ragionare sulle possibili soluzioni ma anche sulla definizione di specializzazioni e identità dei turismi possibili sul Gargano? Come nasce l’organizzazione dell’offerta? A noi pare nasca casualmente. La sensazione è che anche questa fase seconda dello sviluppo del Promontorio, sia affidata alla libera iniziativa dell’imprenditore. Mattinata fa un’operazione con l’India e diventa set cinematografico. Altrettando casualmente sembra si stia creando un distretto del lusso, con l’operazione del presidente Zanasi, il rilancio di Baia dei Faraglioni, Colombini e La Casa e il Mare, La Locanda del Carrubo. Tutto questo viene organizzato o sono gli animal spirits che lo determinano? Sembra tutto molto episodico
Zanasi – Mattinata è stata sempre un pò l’approdo, la porta del Gargano, ma non ha avuto mai una solidificazione del tessuto imprenditoriale. Si è trascinata in questa maniera e man mano penso sia nato un tessuto imprenditoriale spontaneo che si è saputo poi qualificare con la formazione delle maestranze, attraverso la capacità dell’accoglienza. Si è verificato che quell’area era micro frammentata e non dava la possibilità di avere un evento in più giornate, non c’era un’ ospitalità tale. Quando nasce l’idea che hanno avuto quelli del Carrubo, l’ esperienza è positiva e di stimolo al resto del territorio ma non si proietta fuori e si ripiega sul territorio. Non si è identificato il percorso per raggiungere degli obiettivi. L’imprenditore che man mano si è formato e ha tesaurizzato il territorio. Inizialmente ero molto preoccupato per il personale, temevo che non potesse essere all’altezza. Poi ho trovato persone che vogliono sempre più migliorarsi, e questo è un fattore importantissimo.
Di Martino – Con la Baia delle Zagare e l’Hotel dei Faraglioni Pellegrini e poi Trotta ci avevano visto bene. Come responsabile commerciale dei Faraglioni, ogni volta che porto la gente all’ interno di questa struttura resta totalmente affascinata. Mattinata ha avuto maestranze in giro per il mondo. In questi ultimi anni gli imprenditori che hanno rilanciato un po’ Mattinata hanno attirato questi ragazzi con il giusto compromesso e sono riusciti a dare questa nuova immagine che spero continui ad essere portata avanti. Un immagine che nasce per iniziative singole. Il punto è che ci vediamo poco e questa cosa mi fa pensare. Sorto sicuro che da questo incontro potranno nascere idee. Ho lavorato a Berlino per Four Seasons e ci si riuniva coi vari marketing director periodicamente per fare il punto della situazione, ci si metteva d’accordo a non scendere mai sotto alcuni prezzi. Quando ad esempio vendo una situazione a 450euro al giorno e ho offerte a 59 o 50 euro, questo mi da dei problemi. Il mercato guarda ai prezzi, non solo alla qualità delle strutture. Il mercato cinque stelle lusso, tiene ancora, non sta avendo dei problemi, ma questo non vuol dire che noi come cinque stelle, non possiamo vederci e capire quali sinergie fare, come andare insieme al Travel Market di Londra, perché riducendo le spese abbiamo qualcosa da spendere in più per fare altre azioni. Ho lavorato un po’ con tutti, con il gruppo Manzionna, col gruppo Saccia, e conosco bene la realtà di Pugnochiuso. Resta il punto di forza.
Sozzo – Non siamo ai vostri livelli. Il Faro è una bellissima struttura ma è un quattro stelle. A noi viene difficile con 420 risorse dare un servizio eccellente di un cinque stelle come Baia dei Faraglioni. Per noi è quasi impensabile, anche perché la nostra struttura è un pò anomala nel complesso, con le sue 170 case private, il residence Delfini, tutto nella stessa area, uscire fuori da una situazione che e come a sé stante
C’è un problema del recupero del rapporto tra una struttura divenuta simbolo che è Pugnochiuso e il Gargano? Si percepisce una qualche distanza?
Sozzo – Non vedo nessuna difficoltà, sinceramente. Dopo qualche difficoltà negli anni scorsi per diverse vicissitudini adesso abbiamo recuperato in pieno l’attività dell’albergo, c’è un team manageriale completamente,nuovo, con qualche vecchia pedina che da un supporto non indifferente. Il direttore commerciale di Baia lo conosco adesso, ma ho conosciuto i predecessori, e il proprietario, Il proprietario della Gattarella l’ho incontrato giorni fa in occasione di un evento, abbiamo collaborato assieme VIVO qui e frequento Vieste. Non dico che sono ben integrato ma sono presente. Sono molto operativo, tendo a restare nella struttura, ma se sono qui oggi c’è un perché, La nostra responsabilità è totale. Se c’è qualcosa da fare siamo molto propensi. Decisioni a livello di investimento non dipendono da me, ma faccio da tramite e posso presentare tutto, mi prendo tutte le responsabilità per farlo. Non ho mai lavorato in Puglia. Ho fatto 12 anni in Inghilterra. Ho lavorato al Forte Village in Sardegna, sono stato in Piemonte per aprire una struttura alle Olimpiadi de1 2006. È la prima volta che mi trovo qui. Sono di Lecce e per me il Salento è bellissimo, ma il Gargano è una terra stupenda.
"Non sappiamo chi siamo, non ci vediamo". Non è incredibile? Ci sono intraprese di genio molto creative, effervescenti, nasce quello che sta nascendo a Mattinata e forse tra vent’anni quando lo storico racconterà queste operazioni di rilancio avremo la misura di quello che sta maturando. Ma possibile che oggi non si riescono a trovare dei tavoli di progettazione, dove porre le questioni sollevate?
Ceschin – Sono stato tre anni a Mattinata tentando di fare questo. Il mio arrivo in Puglia parte proprio da Mattinata e dal tentativo di mettere insieme il 92% dell’economia mattina tese con 136 soci, attraverso un consorzio di destinazione. Qualcosa che mettesse insieme non solo gli albergatori ma anche ristoratori, produttori, beni immateriali, paesaggio, aria, colori, profumi, per vendere una stanza d’albergo in formato territorio. Abbiamo realizzato il Consorzio Matinum che in due anni ha vinto il Premio Sfide del 2007 della Presidenza del Consiglio dei Ministri come buona prassi. È stato indicato dall’Anci come miglior prassi del Mezzogiorno e nell’operazione abbiamo fatto eventi che in due anni hanno portato a Mattinata qualcosa come 10 mila persone, trasformando l’immagine di Mattinata,da nulla a capitale del gusto, con Festa dell’olio e Gargano in Tavola, fortunate edizioni con 12mila presenze sul porto. Mattinata è il luogo lento per eccellenza. Un posto che se ci arrivi per l’antica panoramica, scopri colori, suoni, armonia e bellezza. Non avrei più voluto andare via. Poi è un rammarico non essere stato messo nelle condizioni di continuare. Da Vieste si stavano per iscrivere in massa al Consorzio, anche da San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo e Manfredonia. Dentro c’erano pescatori, agricoltori, allevatori, camera di Commercio, Comune, Università, B&b, albergatori. Ho lavorato per allargare l’esperienza in Consorzio Gargano e in consiglio di amministrazione mi dissero che avevo lavorato per niente, perché non c’era intenzione di far entrare altri Comuni e mi dimisi seduta stante. Il rammarico è di non aver portato Mattinata a chiudere il pacco e confezionare il prodotto. Ci voleva una volontà politica forte e un periodo economico più fortunato.
Articolazioni di strutture turistiche che hanno identità dissimili, storie diverse. Quante realtà d’Italia hanno una ricchezza di offerta all’interno di uno stesso territorio?
Ceschin – Non a caso la comunità europea, riconosce il Gargano come polo turistico. C’è evidentemente una caratteristica di distretto per il numero di posti letto, presenze, e diversificazione del prodotto. In Puglia ce ne sono due, Gargano e Salento, cinque in tutto il Mezzogiorno. Secondo me il nemico non è fuori è dentro. Quello di cui mi sono reso conto dopo l’esperienza con Matinum, è che gli amministratori di Manfredonia non sanno dove sia il centro visite della Foresta Umbra, come a Monte Sant’Angelo o Carpino non si preoccupano di conoscere l’Oasi di Lago Salso. Non voglio fare test sui direttori d’albergo, ma penso che avrei più o meno le stesse difficoltà. Questo manca per trasformare il polo turistico in destinazione. C’è un problema di fruibilità, oltre che di accessibilità e di notorietà. Sul Gargano ci si perde una volta usciti dall’ albergo, non ci sono cartelli, non c’è un sistema univoco. Occorre una narrazione nuova che consenta soprattutto agli imprenditori del luogo di identificarsi, conoscersi e appartenere. Per fare in modo che le pluralità diventino ricchezza le dobbiamo raccontare per venderle altrimenti il posizionamento non parte.
Di Martino – Ci sono anche diverse tipologie di target di clientela sul Gargano. Ho voluto conoscere i tre tipi di target che ci sono, lavorando con Manzionna, con villaggi, alberghi e campeggi che attirano clientela straniera. soprattutto in particolari periodi dell’anno. Il gruppo Saccia invece è un elefante, fa dei numeri impressionanti. C’è bisogno di autorizzazioni scritte per fare tutto. Ho voluto conoscere bene le tre zone del Gargano, Vieste, Peschici e Rodi e questa è la prima volta che lavoro nel mio paese a Mattinata, perché avevo paura.
Parliamo di imprenditoria vera, che produce grandezze di fatturato, ed è invisibile. L’imprenditoria turistica dovrebbe avere un ruolo di primo piano su tutto il territorio. Come mai il 92% del Pil di Mattinata è economia turistica ma non determina la scelta degli stessi amministratori della cosa pubblica? Il punto più alto di sintesi si è avuto a Vieste col governo di Mimì Spina Diana e lì, forse, è stato il momento in cui il ceto degli operatori turistici di Vieste è diventato classe di governo, è riuscito a costruire mete di benessere generale. Questo oggi manca. Molto è affidato alle capacità individuali.
Di Martino – È l’unica industria che abbiamo. A volte da noi è più importante un contadino che da fastidio che non un gruppo alberghiero che fa numeri e porta professionalità e tanti di quei soldi sul territorio. Non riusciamo ad avere nessun tipo di riconoscimento.
Ceschin – È molto più semplice vedere l’industria che chiude e mette 300 persone in cassa integrazione che non la perdita di due punti percentuali di Pil sul turismo, che lascia a casa dipendenti.
Ci sono in questo momento per il Gargano operazioni che possano creare nuovo slancio e nuova attrattiva per la Montagna Sacra?
Ceschin – Non serve a niente per il posizionamento il grande evento. La politica degli eventi, come fattore di attrazione turistica, funziona nel medio e lungo periodo se è di natura culturale. Forse funziona di più l’evento sportivo. Il grande tema oggi per me è: c’è una cultura del Gargano, c’è un motivo identitario che stimola l’appartenenza e che aiuta il posizionamento verso l’esterno? Cosa differenzia il Gargano dal Salento (posto che non tifo per una competizione tra mete vicine)?
Sozzo – Penso che ci dovremmo coalizzare. Nel Salento l’hanno saputo fare e qui no. A Melpignano, alla Notte della Taranta, riconosciuta a livello internazionale, ci vanno migliaia di persone. La politica ci deve mettere del suo. Altrimenti chi ci mette lo slancio?
Di Martino – Bisogna essere espressione di un territorio. Anche il cinque stelle deve essere espressione del territorio. Sto spingendo molto sugli itinerari, cose che non erano mai state fatte. Il luogo non è la spiaggia, il cinque stelle. E altro. Al turista che viene da me per conoscere il territorio nuovo suggerisco 3 locali per ogni comune del Gargano. Sto preponendo tantissimo, con Fabula Garganica, pacchetti organizzati, già prezzati, e mi sto attrezzando per avere guide nell’albergo. Credo che tutte le strutture turistiche hanno bisogno del supporto del territorio.
Sozzo – Questo è vero, ma si fa fatica a capire a chi rivolgersi, per dirne una, per le escursioni in gip. Sarebbe bellissimo dare al cliente informazioni in camera o all’arrivo. Vengono da noi una settimana in vacanza e in sette giorni un giorno o due devi far qualcosa, e a noi spetta presentargli qualche opportunità.
Ceschin – Questo fa differenza tra meta turistica e destinazione.
Roberta Fiorenti
L’Attacco