Menu Chiudi

Rodi/ “Il Giardino degli Esperìdi”, mostra di pittura di Lidia Croce

Palazzo di città – Giugno 2012 –

 

 ”Agrumeto Garganico”  (olio su tela, m 3,50 x 2,00 h) è un’opera che trae ispirazione dall’epopea agrumaria del Promontorio, che ebbe il massimo fulgore tra la fine dell’Ottocento e il primo trentennio del Novecento, come è stata ben delineata nella saga che lo studioso dell’emigrazione Sergio D’Amaro ha dedicato alla marineria rodiana in “Romanzo meridionale”.  Lidia Croce ha tracciato un parallelo fra i pomi “esperìdi” (arance e limoni) ingabbiati dal tracciato delle linee e i corpi delle giovani raccoglitrici costrette al duro lavoro – in un giardino che ricorda quello tipico rinascimentale – ma asservito a ritmi produttivistici da un caporalato dominante. Il dipinto, di sconvolgente bellezza, mostra la sapiente cultura pittorica dell’artista, sia nel segno grafico dominante che nelle soluzioni luministiche e coloristiche. L’ambito del lavoro si presta a un accenno di critica sociale: la separazione dei corpi maschili che fanno massa col fogliame degli alberi e le giovani raccoglitrici a terra allude simbolicamente a una netta separazione dei sessi cui erano tenuti i raccoglitori dei pomi citrini. Il segno della Vitamina C è l’elemento grafico che orienta a una fruizione moderna e scientifica di un’opera solo all’apparenza bucolica e coreografica.

L’artista vive a Siena, ma – tuttavia – è molto presente nelle estati garganiche da vent’anni a questa parte. Dipinge olii su tela e sanguigne, scolpisce soggetti a carattere mistico e mitologico, servendosi di argilla per modellare e bronzo per le opere di maggiori dimensioni che vanno a inserirsi nei vari contesti urbani che le ospitano in esposizione permanente. E’ il caso di Peschici, dove gode di grande stima per un monumento bronzeo di notevole dimensione, il “Diomede”, realizzato nel 2003 per la Comunità del Gargano e oggi esposto in località Ialillo, uno degli accessi principali alla Baia della visitatissima cittadina    garganica.
L’artista ha il progetto di creare una bottega d’arte, sul modello dell’antica “Scuola Rodia” egea, una fucina di giovani talenti ai quali trasmettere le tecniche di cui è maestra per poter dare inizio all’esportazione di manufatti artistici creati in loco e venduti in mostre-mercato in Europa (bassorilievi sbalzati in rame, o fontane per abbellire l’arredo urbano). Una location adeguata sarebbe nel nuovo porto di Rodi che, se si aprirà all’attracco di navi da crociera, potrebbe offrire souvenirs caratterizzanti la produzione locale in senso artistico di grande valore e bellezza.

Maria Maggiano