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Turismo: stessa spiaggia, meno giorni

Il bilancio estivo del 2012: arrivi in calo dello 0,1%, pernottamenti del 3,9%.

 

L’estate degli operatori turistici pugliesi è in negativo rispetto all’anno scorso. O meglio in sostanziale pareggio per quanto riguarda il numero degli arrivi (meno 0,1%) e una flessione di quasi il 4% (3,9%) per le permanenze (le notti trascorse nelle strutture ricettive della regione). Si tratta di un risultato in flessione che, fanno sapere dall’Osservatorio regionale sul turismo, comunque evidenzia una migliore tenuta rispetto al resto dell’Italia (i dati provvisori Istat consegnano per i primi sette mesi del 2012 un meno 6,6% degli arrivi e un meno 7,5% dei pernottamenti). Dal punto di vista territoriale i risultati sembrano essere altalenanti sebbene per le province di Bari e Taranto entrambi gli indicatori risultino in crescita. Nella prima area, rispetto allo stesso periodo del 2011 (giugno-agosto) emerge un più 5,2% (pari a 195 mila arrivi) e un più 3% (532 mila notti trascorse); nella seconda un più 14,1% (114 mila turisti) e un più 9,6% (616 mila notti trascorse). Nella Bat, invece, si è registrato un calo importante del numero di visitatori (meno 6,3% a 41 mila unità), ma sono aumentati i pernottamenti dello 0,8% (118 mila notti). Tendenza diametralmente opposta per la provincia di Lecce.
Il Salento dei miracoli — è un territorio reduce da anni di boom per gran parte degli indicatori delle vacanze — fa segnare una sostanziale tenuta del numero dei viaggiatori presenti sul territorio (più 0,2% a 531mila unità) a fronte di un calo del 3% del numero delle notti «vendute» (2,9 milioni) forse perché troppo care. Il quadro più complicato, infine, è quello della provincia di Foggia che perde sia visitatori (meno 5% a 454 mila unità), sia pernottamenti (meno 7,3% a 3 milioni di notti). Insomma, Salento (nonostante i voli su nazionali e internazionali su Brindisi) e Gargano (senza alcun volo) bocciati. Eppure l’analisi dell’Osservatorio regionale guarda in positivo: «La Puglia nel 2012 ha risentito molto limitatamente sia dell’affermarsi dei competitor nazionali e internazionali del balneare sia degli effetti della riduzione dei consumi turistici riuscendo peraltro a riposizionarsi positivamente sui mercati stranieri. Infatti, gli arrivi internazionali in Puglia sono aumentati del 5% a fronte di un andamento pressoché stazionario del numero complessivo di pernottamenti. In nove mesi, da gennaio ad agosto, la quota di turismo internazionale sul totale dei turisti arrivati in Puglia ha raggiunto il 17% circa (contro un’incidenza del 15,2% nel 2011 e del 13,6% nel 2010). Questo dato è particolarmente importante, perché conferma la strategia avviata dalla Regione negli ultimi due anni in direzione dei principali mercati esteri di nostro interesse».
E ciò spiega anche il minor calo del Salento (grazie ai voli) rispetto al Gargano senza collegamenti aerei. La rilevazione sui flussi turistici, tuttavia, è ancora provvisoria visto che dispone dei dati dell’81,4% delle strutture a giugno, 80,8% a luglio e 77,3% ad agosto. «In un mercato che cambia rapidamente di scenario e di prospettive — aveva affermato Silvia Godelli, assessora al Turismo, dopo la prima analisi di Federalberghi diffusa nel settembre scorso — i dati utilizzati e diffusi appaiono non soltanto del tutto parziali, ma addirittura autolesionisti. La flessione di cui si parla, sulla base di questi dati parziali, frettolosi e campionari, sarebbe del 6%. Mi si permetta di considerare che questo dato, seppur fosse confermato, risulterebbe fisiologico in tempi di crisi, a maggior ragione in una terra come la nostra che ha visto lo scorso anno un vero e proprio boom e che nell’ultimo decennio, unica in Italia, è cresciuta del 30%». Ma quest’anno ha perso il 4%.

Vito Fatiguso