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Peschici/ Abbazia di Kalena trasformiamola in un “relais”

L’idea dei proprietari, la chiesa diventerebbe reception.

 

L’agonia del­l’Abbazia di Calena. Da due de­cenni si parla del recupero del monumentale complesso stori­co-religioso situato nella piana di Peschici, ad oggi ciò che re­sta sono le mura segnate dal tempo e dall’insipienza di co­loro che, a diverso titolo e re­sponsabilità, avrebbero dovuto delineare un percorso al fi­ne di restitui­re alla Comu­nità locale, e non solo, un bene che appartiene al­la storia del Gargano. Proprietari del com­plesso aba­ziale sono gli eredi Martucci i quali, da tempo, anche sotto la pressione dell’opinione pubblica e, in mo­do più soft delle istituzioni, hanno effettuato un intervento conservativo sulle creste mu­rarie della chiesa principale a seguito di una disposizione del­la Soprintendenza regionale ai Beni architettonici. Nulla di si­gnificativo, addirittura "invisi­bile e risibile nella sua pochez­za" come ha ben evidenziato il presidente del Centro studi "Giuseppe Martella", Teresa Rauzino. I proprietari hanno sempre opposto un secco "no" a qualsiasi forma di accordo, no­nostante l’intervento di Sovrin­tendenza, Ministero, Amministrazione comunale; no anche all’offerta di trecentomila euro da parte della Regione di ces­sione bonaria delle due chiese. Ciò che resta è l’agonia di Ka­lena destinata a durare nel tem­po perchè non c’è neppure un "oblo" attraverso il quale poter vedere uno spiraglio per trarne elementi di ottimismo su un percorso da avviare per pen­sare al recupero dell’Abbazia. Un’idea, in verità, la famiglia Martucci l’ha ben chiara: la trasformazione – come spiega Te­resa Rauzino – dell’abbazia in un relais di almeno sette suite a cinque stelle, con annesso cam­po da golf. La chiesa più antica diventerebbe reception e la chiesa, oggi senza più coper­tura a seguito della caduta del tetto, la sala conferenze/ cap­pella privata della dimora di charme. Il progetto è stato già presentato dai Martucci sia in Soprintendenza che al Comune di Peschici. Rauzino si chiedeva (e continua a chiedersi se è possibile che i Martucci, dopo aver avuto l’impudenza di far perdere tutti i finanziamenti ministeriali stanziati (350mila euro del Ministero delle Finanze) o annunciati (500mila euro del Ministero Beni Culturali al tempo di Rutelli), dopo aver ri­fiutato qualsiasi accordo bonario di cessione delle due chiese (la Regione aveva offerto loro 300mila euro), dopo aver resi­stito per oltre tre anni alle in­giunzioni della Soprintenden­za, possano ora, senza colpo fe­rire, avere tutte le agevolazioni e i permessi possibili per fare di Càlena un relais esclusivo per turisti danarosi. Infine, "Dov’è finito il proclama di Soprintendenza; Regione, Provincia, Comune di Peschici, di espro­priare "per pubblica utilità" almeno le due chiese e restau­rarle e valorizzarle coi tre mi­lioni di euro promessi dalla Re­gione Puglia; centomila euro promessi dalla Provincia per il progetto di restauro. L’attesa, purtroppo, è ancora lunga; il tempo, però, non gioca a favore del complesso monumentale.

Francesco Mastropaolo

 

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