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Peschici/ CAMILLA INTERPRETA ALDA

Weekend di fuoco per la ciurma di “Punto di Stella”, l’associazione culturale di Peschici che ha organizzato i due eventi di ierisera e questa sera nell’ambito del ben più ampio programma “Stella Cometa-Natale in casa… peschiciana”, coordinato da “Punto di Stella” con la costruttiva collaborazione del Comitato “Peschici Eventi”, aperto l’8 scorso con chiusura finale il 6 gennaio 2013.

 Mentre alle 18 di oggi l’architetto romano Franco Zagari presenterà in conferenza stampa nella Sala Consiliare del Comune il suo progetto del “Giardino Scultoreo del Santuario della Madonna di Loreto” (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6118), dopo appena 24 ore, alle 19, si affronterà nella suggestiva cornice della Chiesa Matrice di Sant’Elia Profeta, patrono della cittadina garganica, la non facile rappresentazione di un’altra opera di Alda Merini, uno dei capisaldi della poesia italiana, essendone diventata la voce forse più possente.

Dopo il successo del 2010 e 2011 col “Magnificat”, si cambia registro ma non l’attrice. Camilla Tavaglione, che sempre più sta diventando interprete ideale della poetica meriniana, si ripropone infatti in questa fine anno 2012 con un’altra fatica letteraria della poetessa “folle”: “Francesco. Canto di una Creatura”, ribattezzata nella circostanza “Il Giullare di Dio”, e avvalendosi del pregnante apporto e contributo del Coro “Carmelitani Scalzi” di Vico del Gargano. La riduzione, la sceneggiatura e la regia sono affidare a chi scrive, che sarà anche la voce fuori campo.

Il lavoro, dedicato al “poverello di Assisi” canonizzato il 1228, “segue – secondo Gianfranco Ravasi – una trama coerente (la stessa della vita del santo) che affiora progressivamente di pagina in pagina così da dare l’impressione di essere di fronte a una libera ripresa poetica della leggenda di Francesco”. Alda Merini (1931-2009), che ha vissuto la drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, è ormai nelle corde della Tavaglione. La sua abilità di calarsi con convinzione e immedesimarsi consapevolmente nei protagonisti della scrittrice e aforista milanese è pari alla capacità della stessa di dare corpo a personaggi mitici e fuori da ogni regola che ne hanno calamitato l’attenzione. Leggi, nella fattispecie, la figura di San Francesco.

Conosciamo tutti chi fosse e quale scelta radicale abbia fatto della sua esistenza. Bene, la Merini ne sviscera dubbi e perplessità, certezze e anomalie, scavando nell’uomo già gaudente e vizioso l’aspetto divino, la predisposizione al bene, l’avvicinamento a un mondo ignoto e derelitto, avocando a sé tutti i mali del mondo e lasciando in eredità ai suoi adepti un amore infinito verso un comparto esistenziale ai margini della società. Perso un padre, ha trovato una sposa: la Povertà. La sua leggendaria capacità di comunicare con gli animali lo elegge a ‘primo etologo’ della storia naturale del pianeta, mentre la sua scandalosa ‘svestizione’ lo porta a indossare i panni del primo vero autentico ribelle rivoluzionario dell’umanità.

Essendo protagonista maschile interpretato da voce femminile, la sceneggiatura è ricorsa a un escamotage che sicuramente affascinerà coloro che si avvicineranno domenica sera al “canto di una creatura”. Delittuoso spiegarla qui, si rovinerebbe la sorpresa. Che non è la sola. Chi ha già assistito alla rappresentazione del “Magnificat” ricorda l’attrice accompagnata nella sua recitazione dalle particolari melodie di una chitarra classica ‘impugnata’ dalle esperte mani del musico Rocco Tavaglione. In questa occasione, invece, saranno i canti del Coro vichese la degna e valida cornice all’intero lavoro, integrandosi con particolare suggestione all’interno del recitativo e delle emozioni che scatenerà l’interprete.

Piero Giannini

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