Esulta l’Italia dei produttori oleari perbene. Per la Puglia è il miglior regalo che potesse trovare sotto l’albero: il disegno di legge Mongiello sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini è legge.
La commissione Agricoltura della Camera, presieduta da Paolo Russo (Pdl), ha approvato In sede legislativa (relatore Nicodemo Oliverio, Pd) il testo della proposta dì legge, già licenziato dal Senato. La commissione Agricoltura di Palazzo Madama, presieduta da Paolo Scarpa Bonazza Buora (Pdl), aveva approvato in sede deliberante il testo varando norme innovative contro i fuorilegge dell’olio e i contraffattori dell’extra vergine. Comprensibile la soddisfazione della senatrice foggiana Colomba Mongiello (Pd) che ha dato il nome al provvedimento. «La nuova legge che combatte il falso "made in Italy" utilizza il tema della tutela dell’origine come leva di differenziazione contro la globalizzazione dei mercati e la confusione dello scaffale. È una legge voluta dal Parlamento italiano per aiutare i consumatori a fare acquisti consapevoli e per combattere chi, invece di vendere oli, ha fatto solo imbroli». La legge – ricorda l’Unaprol- è stata ispirata da un articolato normativo presentato da Coldiretti, Fondazione Symbola e Unaprol nella primavera di quest’anno. La proposta, nel suo complesso, interpreta una nuova sfida sul piano della trasparenza e . della tutela del reddito delle imprese olivicole e «può rappresentare un’ opportunità per il sistema della buona rappresentanza dell’industria seria di questo Paese». «Il sistema olivicolo- oleario italiano vanta una grande biodiversità, con una propensione per la qualità e costituisce un unicum nel panorama mondiale. Per questo va difeso con norme che assicurino trasparenza del mercato e correttezza nei confronti dei consumatori», afferma Massimo Gargano presidente dell’Unaprol commentando l’approvazione della legge Mongiello, «Nella competizione globale – aggiunge -le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare, come elemento di competitività, il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto. Un binomio indissolubile – sottolinea – che non può essere confuso sullo scaffale con la logica del discount e del "tre x due". L’identità dell’olio italiano è sotto schiaffo. Le frodi e le sofisticazioni, valutate in oltre 100 milioni di euro nell’ultimo anno nel nostro Paese, mettono a rischio – lancia l’allarme Gargano – un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale, che garantiscono un impiego di manodopera per oltre 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di oltre 2 miliardi di euro».
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