La risposta delle associazioni, delle imprese e degli operatori alla grande opportunità aperta dall’assessorato regionale al Mediterraneo è stata tiepida. La provincia di Foggia deve’ imparare a "progettare cultura". I dati di Discovering Puglia e la mappa degli interventi in provincia di Foggia.
Discovering Puglia è uno dei più grandi esperimenti di destagionalizzazione del turismo che siano mai stati tentati in Puglia, e lo dicono senza mezzi termini le sue cifre imponenti: ben 620 tra attività ed eventi, strategicamente collocati tra l’inverno e la tarda primavera, per dìmostrare che "la Puglia è sempre aperta", come recita uno degli slogan coniati per pubblicizzare il progetto. Per il turismo garganico sarebbe stata una grandissima opportunità, perché la montagna del sole proprio nella eccessiva concentrazione estiva degli arrivi e delle presenze trova una delle sue maggiori criticità. Ma l’opportunità offerta dal progetto regionale è stata colta solo in parte dal territorio provinciale, e qusi per niente da quello garganico, dove brilla per la sua clamorosa assenza, per esempio, Vieste. Se la provincia di Foggia non è presente come e quanto avrebbe potuto, va detto subito il problema non è della Regione ma del territorio, che non ha risposto come sarebbe stato il caso, per le difficoltà che abitualmente incontra quando si tratta di progettare cultura. Il progetto regionale mette insieme le attività più interessanti ed inedite previste per la stagione non estiva e coinvolge operatori turistici del territorio, associazioni culturali agenzie di viaggio, professionisti dell’accompagnamento turistico, cooperative di giovani, istituzioni pubbliche e diocesi. Tutti i soggetti sono stati selezionati con un bando pubblico, finanziato con Fondi FESR, per un importo complessivo di 110.000 euro. Come a dire che per entrare negli eventi o nelle attività previsti da Discovering Puglia occorreva (e da parte dei privati, non delle istituzioni locali) partecipare ad un bando, presentando uno specifico progetto che veniva "pesato" sulla base della sua qualità. In questa grande opportunità aperta dall’assessorato regionale al Mediterraneo, la Capitanata è presente, ma avrebbe potuto fare senz’altro di più. Come testimonia la mappa complessiva della distribuzione delle attività sul territorio regionale, risultano del tutto assenti diversi comuni. La mappa della distribuzione degli eventi e delle attività in provincia di Foggia descrive in un certo senso una nuova geografia dell’attrattività della Capitanata, ma evidenzia anche punti critici sui quali varrebbe la pena riflettere. Va detto che il problema non riguarda la Regione, in quanto si è trattato di una procedura del tutto trasparente e ad evidenza pubblica. Ancora una volta, la vera questione è rappresentata dalla progettualità da parte di imprese associazioni ed operatori che avrebbero dovuto rispondere all’appello: occorrerebbe riflettere molto seriamente: probabilmente, occorrerebbe anche formare gli operatori alla programmazione ed alla gestione delle attività culturali, troppo spesso lasciate all’improvvisazione. Ma vediamo le attività e gli eventi previsti, per ciascuna delle aree tematiche. Nove quelli selezionati nei riti e nelle tradizioni, in cui sono clamorosamente assenti Foggia (basti pensare alla Cavalcata degli Angeli di Incoronata), ma anche San Marco in Lamis (le fracchie), Troia (con i suoi riti della settimana Santa) e San Giovanni Rotondo. Vi figurano invece Monte Sant’Angelo, Vieste (Festa della Madonna di Merino), San Severo (Festa della Madonna del Soccorso, con i suoi celebri fuochi pirotecnici), Chieuti (Festa di San Giorgio e Corsa dei Buoi), Carlantino (Festa della Madonna della Ricotta), Motta Montecorvino (Festa di San Giovanni Battista), Volturara Appula (Festa della Madonna della Sanità), Roseto Valfortore (Festa di San Filippo Neri con il caratteristico lancio del pane) e Deliceto (Festa di San Benvenuto e della Madonna dell’Olimitello). Decisamente più asfittico, ed è anche questo un grave limite, per la provincia pugliese che possiede la maggior superficia di aree protette) il panorama delle attività che fanno riferimento all’area tematica Natura e Sport: c’è soltanto Monte Sant’Angelo, con le escursioni naturalistiche al Parco del Gargano. Un’altra area tematica nevralgica è quella che riguarda Arte e Cultura, ed anche in questo caso la provincia di Foggia balbetta: solo quattro i luoghi che saranno oggetto di attività di guida ed accompagnamento. Anche in questo caso sugli scudi finiscono Monte Sant’Angelo (con il suo rione medievale Junno e l’abbazia di Santa Maria di Pulsano) ed i Monti Dauni, con i centri storici di Pietramontecorvino e Alberona. Dove riusciamo a fare una figura decisamente migliore è per quanto riguarda gli aspetti turistici connessi all’agricoltura e all’alimentazione, cui Puglia Discovering dedica ben tre aree tematiche: Campagna e Sapori, Masserie Didattiche e Cantine. Finalmente c’è anche Foggia, con la Masseria didattica de Palma e la Masseria biodidattica di Emmaus. Ad Apricena, l’azienda Valentina Passalacqua, a San Severo, Tearium e l’Antica Cantina. A Torremaggiore, la Masseria Didattica Fiorentino, a San Paolo Civitate la Fattoria Roviello. Ben rappresentati anche in queste aree tematiche i Monti Dauni: con la Masseria Didattica Avellaneta a San Marco la Catola, le Masserie Didattiche Posta Guevara e Monte Preìsì a Orsara di Puglia, la Masseria Didattica La Cerasola a Monteleone di Puglia e la Masseria Didattica Bosco Macchione ad Accadia. Infine, a Cerignola, l’azienda agrobiologica Antica Enotria. L’ultima area gli eventi: anche in questo caso, la mappa che riguarda la Capitanata risulta alquanto leggera. Gli eventi compresi nel cartellone di Discovering Puglia sono soltanto tre: Gustapeschici a Peschici, la Sagra del Vino a Rignano Garganico, e la Sagra delle Panelle a Faeto. La risposta del territorio c’è stata, insomma, ma si sarebbe potuto fare di più.
Geppe Inserra
Il Quotidiano di Foggia
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