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Vico del Gargano: Consiglio comunale ignavo

Un’analisi, (meglio dire la chiacchiera quotidiana) rozza e sbrigativa, sulla crisi al comune di Vico del Gargano, si affanna a scaricare sul Sindaco, e solo sul Sindaco, tutta la responsabilità. Rozza e sbrigativa per nascondere, peggio per ignoranza, la responsabilità collettiva e l’obbligo di rappresentanza degli interessi generali da parte del Consiglio comunale. Da aggiungere, in questa responsabilità, la cosiddetta società civile e tutti gli uomini di buona volontà, compresi alcuni vecchi padri nobili, i quali prima hanno allattato coccolato, votato questa maggioranza ed oggi la disconoscono e la disprezzano. I soggetti istituzionali che dovrebbero confrontarsi, spiegarsi e spiegare, approfondire e trovare una soluzione alla crisi, sono il Sindaco e il Consiglio comunale nella sua interezza. L’Ordinamento degli Enti Locali, anche se carico di tanti difetti, ha il pregio di legare indissolubilmente la responsabilità dei due soggetti, altrimenti si potrebbe raccontare, per esempio, che i successi vanno al Sindaco e le catastrofi vanno al Consiglio comunale, oppure, tessere le lodi al Consiglio e menare mazzate al Sindaco. Mentre ci raccontiamo queste cose siamo giunti al quinto mese di crisi amministrativa annunciata, alle reiterate dimissioni del sindaco Amicarelli, al pilatesco affacciarsi dei partiti consolidati; allo sciacallaggio delle responsabilità. Questa crisi non crisi si alimenta, di giorno in giorno,  solo di chiacchiera da caffè, nelle pizzerie, alla fermata degli autobus, dal fruttivendolo e nelle macellerie, al dopo messa e nella passeggiata della domenica, al seguito dei funerali.  Dappertutto tranne nell’unico luogo deputato e istituzionale: il Consiglio comunale. Vi è una logica in tutto questo, pericolosa e ignavia: questo Consiglio comunale non voterebbe mai la sfiducia al Sindaco. Gli ignavi, dice il sommo Dante, sono la peggiore specie degli uomini. Li colloca nel girone dell’antinferno, indegni sia di andare all’inferno e sia in paradiso.  Appartengono a  “quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né furon fedeli a Dio…” Più vicino ai giorni nostri un altro grande italiano, Eduardo de Filippo, ci spiega che ’O Pernacchio, quello fatto con cervello e passione, può fare una rivoluzione, figuriamoci una seduta di Consiglio comunale. Ad oggi l’Assemblea cittadina ha ignorato totalmente l’argomento e nessun “consigliere” ha chiesto, in questa sede, di aprire un dibattito sulla miscellanea delle posizioni, a partire dalla maggioranza,  ma soprattutto per spiegare le ragioni della crisi e la liquefazione di una maggioranza che ha avuto il 48% dei voti appena sei mesi fa.  Ad oggi sappiamo solo dei tentativi infruttuosi del Sindaco e, fra chiaroscuro, la posizione dei tre consiglieri di opposizione. Mancano all’appello i sette consiglieri di maggioranza, le loro ragioni e un chiaro dibattito in Consiglio comunale.

Michele Angelicchio