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Gargano/ Preoccupa lo stato delle coste

Il docente del Politecnico di Bari Gentile: “temo crollino i Faraglioni di Baia delle Zagare”

 

"Sono angosciato per i faraglio­ni di Baia d’elle Zagare. Il timore che nutro da tempo è che crollino, non sono purtroppo nelle condi­zioni ottimali dal punto di vista della staticità". A parlare è l’ingegnere biscegliese Giro­lamo Mauro Gentile, docente del Politecnico di Bari e profondo conoscitore delle coste garganiche e pugliesi. "A preoccuparmi è so­prattutto il faraglione a forma di arco; denominato "Arco di Dio­mede", che dall’esterno pare ben piazzato in mare quando in realtà ha basi d’appoggio abbastanza ri­strette".Un allarme che fa tornare d’attualità la vicenda che interes­sa da tempo Baia delle Zagare, la splendida insenatura mattinatese la cui bianca falesia è crollata il 5 settembre 2011 e, incredibilmen­te, il 5 settembre 2012. Il rischio di crollo si estende peraltro, come ri­cordato da Gentile, anche ai mae­stosi faraglioni, la cui base marina è fortemente indebolita sia dalla naturale azione erosiva che dai pe­scatori di datteri che utilizzano mini martelli pneumatici per le lo­ro attività. Da qui la decisione a marzo scorso del sindaco di Matti­nata Lucio Roberto Prencipe di in­viare una missiva di sollecito al go­vernatore della Regione Puglia Ni­chi Vendola e all’assessore regio­nale alle opere pubbliche Fabiano Amati al fine di sbloccare i 3 milio­ni di euro destinati dal Cipe per la messa in sicurezza geomorfologia della costa. L’ing. Girolamo Gen­tile è legato da diversi anni a Mat­tinata essendo stato l’artefice del­la rinascita della spiaggia di Torre del Porto, che era stata completa­mente erosa dalle intense mareg­giate del 2002. Era l’amatissima spiaggia delle famiglie mattinate­si e scomparve in breve tempo. Grazie ad un intervento innovati­vo di ripascimento la spiaggia di Torre del Porto è stata restituita a Mattinata e alla sua comunità; ma anche ai tanti turisti che amano quel pezzo di litorale diventato nel frattempo anche il luogo di ritrovo serale grazie ai locali Caratino è Le Casette. Se n’è parlato a Monopoli in occasione dell’importante workshop sulle coste pugliesi patrocinato da Co­mune di Monopoli, Regione Pu­glia, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Autorità di Bacino della Pu­glia, ARPA Puglia, ANCI Puglia, Autorità Portuale del Levante, Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", Politecnico di Bari, Ordine dei Geologi della Puglia, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari. Nel suo intervento Gentile si è soffermato su un approccio nuo­vo di riproposizione (in termine tecnico "ripascimento") di spiagge nella loro morfologia originaria grazie anche all’adozione di un modello matematico "Perfect Storm" basato sull’energia del moto ondoso, capace di trasporta­re sedimenti in sospensione e sul Flusso di Energia Risultante (FER) i cui risultati, sulla base anche della storia evolutiva della spiaggia, aiutano a indirizzare gli interventi secondo il processo naturale di formazione del litorale. Emblematico proprio il caso di Mattina­ta. Il piano di intervento ebbe ini­zio nel 2001. Il Comune di Matti­nata chiese alla Regione il finan­ziamento dei lavori previsti nel progetto delle opere di difesa co­stiera e di mitigazione e/o rimo­zione dello stato di rischio in aree del territorio comunale caratteriz­zate da dissesto idrogeologico, comprensivo dello studio geologi­co e geomorfologico del territorio comunale, nonchè progettazione definitiva e esecutiva, oltre che prestazioni speciali e accessorie, dei lavori di difesa costiera e di ri­mozione dello stato di rischio lun­go la costa. Il progetto era stato re­datto da un raggruppamento temporaneo costituito da professioni­sti e società, e nello specifica da Vincenzo Cotecchia, geologo e in­gegnere dell’Università di Bari e da Etacons, Dhi \Vater & Environ­ment, dagli ingegneri Nicola Di Pieno, Girolamo Gentile e Luigi Monterisi. La Regione finanziò il primo stralcio del progetto per un importo complessivo di 3.742.265 euro. A seguito di gara di appalto i lavori vennero effettuati dalla dit­ta Cbr di Rimini. "Quello della spiaggia di Torre del Porto non è stato uno dei soliti interventi di ri­pascirnento", spiega Gentile. "Pri­ma di intervenire, abbiamo com­preso qual’è il naturale processo di formazione della spiaggia; sco­prendo l’arrivo di pietre tramite il torrente Carbonara fino a mare con la pioggia. Dal 1970 le precipi­tazioni sono progressivamente di­minuite e la spiaggia che fronteg­gia il porto è rimasta priva di una buona alimentazione per 40 anni. Il mare nel frattempo ha continua­to a macinare le pietre, che sono diminuite di volume e numero. Questo spiega perché nel dicem­bre del 2002 quella spiaggia, che negli anni ’50 era larga 35-40 me­tri sia scomparsa a causa di una forte mareggiata. Alla fine del 2002 la grande spiaggia di Torre del Por­to non esisteva più e addirittura per circa 700 metri a partire dal vertice nord il mare aveva eroso e quindi invaso le proprietà private per circa 25 metri", sottolinea Gentile. "Quando siamo interve­nuti, ci siamo detti che non biso­gnava lottare contro il mare, ma permettere al mare di rifare la spiaggia. Così è stato: dopo il ripa­scimento, il mare ha portato via tutto nell’ ottobre del 2003, per poi "restituire" la spiaggia nell’aprile successivo. Il processo naturale era stato riattivato, segno che eravamo intervenuti nella maniera corretta e con la giusta progettazione".

Lucia Piemontese
L’Attacco

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