Per lui prognosi di 30 giorni, arrestato l’aggressore per tentato omicidio.
Potrebbero essere state alcune frasi inopportune sul conto della sua famiglia a spingere un giovane di 25 anni, originario dell’Uzbekistan (ex Unione sovietica) a imbracciare la carabina calibro 9 e a sparare in faccia al suo amico, un giovane di Vieste di 27 anni. E quanto sarebbe emerso dalle prime indagini dei carabinieri di Fucecchio, in provincia di Firenze, sul tentato omicidio dell’altra notte, all’interno della casa di via Romana Lucchese a Galleno dove l’uzbeko vive insieme alla mamma e al patrigno e dove il giovane di Vieste era ospite da un po’ di tempo.
I due, dopo aver trascorso la serata insieme in compagnia di amici, si erano attardati a parlare in casa. Ad un certo punto, non si sa per quale motivo, i due hanno cominciato a litigare, tant’è che l’uzbeko ha minacciato il viestano dicendo "Ti ammazzo".
Quindi è andato a prendere una carabina calibro 9, regolarmente detenuta dal patrigno, e gli ha sparato in pieno volto.
I pallini hanno raggiunto il giovane di Vieste, allo zigomo e alla testa. Come se non bastasse lo ha colpito anche con un bottiglione in vetro. Nel frattempo la madre dell’uzbeko, sentiti i rumori, è accorsa insieme al suo convivente mentre il ventiseienne si è spostato in un’altra stanza a prendere un taglierino con cui ha poi tentato di tagliarsi gola e polsi.
Entrambi i giovani sono stati soccorsi e trasportati al pronto soccorso del San Giuseppe di Empoli, ma nessuno dei due è mai stato in pericolo di vita. L’aggressore non risulta che fosse drogato né ubriaco. Dopo una giornata passata nell’ospedale empolese, ieri, per il giovane uzbeko è stato disposto il trasferimento in carcere. Il giovane di Vieste, invece, è stato giudicato con una prognosi di 30 giorni.
Gli inquirenti stanno cercando di far chiarezza sui motivi che avrebbero spinto il 26enne a sparare all’amico. Nella abitazione a Galleno sono state sequestrate otto pagine scritte a mano dal giovane uzbeko in perfetto italiano, una sorta di diario dove potrebbero esserci elementi utili per trovare una spiegazione al folle gesto. Il giovane -secondo quanto riferito dal patrigno – attraversava un brutto periodo "a settembre aveva perso il lavoro a Torino. Dopo un periodo di apprendistato nel settore del design automobilistico non era arrivato il rinnovo del contratto. È stata una grandissima delusione per lui ed è tornato a vivere a Fucecchio. Negli ultimi tempi era davvero abbattuto".
La Nazione
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