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Vieste/ Il Giorno del ricordo dal Carso al Gargano

Racconti e testimonianze, commemorazioni. Tra le vittime della follia di Tito anche cinque viestani.

 

Dal Carso al Gargano, da Trieste a Vieste. C’è un forte legame che unisce la cittadina garganica al massacro delle foibe istriane, che oggi viene commemorato in tutta Italia nel “Giorno del ricordo”.
Il legame è rappresentato dal sacrificio di alcuni (almeno cinque) viestani che nelle foibe furono gettati dopo essere stati fucilati. Si tratta di Vincenzo Vescera, guardia scelta di pubblica sicurezza in servizio presso la questura di Trieste, che il 2 maggio del 1944, all’età di 50 anni, venne catturato e “infoibato” dai partigiani jugoslavi; di Francesco Cavaliere, guardia scelta  in servizio alla questura di Gorizia, dichiarato irreperibile dal 5 novembre del 1944; di Francesco Paolo Ascoli, del quale si sa solo che era brigadiere di Ps, scomparso e certamente ucciso e scaraventato in una foiba; di altri due viestani, dei quali si conosce solo il cognome, Russo e Santoro, anche loro dichiarati irreperibili nello stesso periodo dello sterminio di Tito. Il sacrificio dei cinque viestani, uccisi con altre centinaia di migliaia di italiani, per anni è rimasto nell’oblio. Ragno, dall’alto dei suoi 89 anni, ricorda i momenti tristi dell’esodo istriano. «Ave­vo 21 anni quando fummo co­stretti a tornare a Vieste – racconta con la voce rotta dalla commozione -. Mio padre, Do­menico, gestiva a Zara una ta­baccheria in una "calle" del centro storico. Dovette vender­la per poter ritornare a Vieste con mia madre, Maria Grazia Caizzi, e i miei fratelli. Qui respirammo subito un’aria tranquilla mentre lì, a Zara e in tutta l’Istria si vivevano giorni cruenti per gli italiani, soprattutto gli appartenenti alle forze dell’ordine”. “Il tempo è stato galantuomo – ha commentato a sua volta l’assessore comunale alle politiche giovanili di Vieste, Gaetano Zaffarano –  e la giustizia morale, che a volte è calpestata sotto il macigno di ideologie perniciose, riemerge con la giustizia storica, ristabilendo la verità sul sangue versato da persone che avevano come unica colpa di essere italiani”. Vieste, dunque, rende omaggio come si conviene alle sue vittime delle foibe. Lo ha fatto ieri e lo ripeterà domani, con due significative iniziative rivolte soprattutto ai giovani, realizzate con la partecipazione dell’istituto polivalente “Fazzini”, la scuola secondaria di 1° grado “Alighieri-Spalatro”. Teatro, narrazioni, filmati e  testimonianze del dramma delle foibe e dell’esodo degli eventi, affinché non si estirpano le radici del ricordo e non si dimentichi la storia di una terra e del suo popolo, lontani ma tanto vicini a Vieste e ai viestani.

Gianni Sollitto

 

 

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