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Diomede presente a Monte Pucci?

La notizia riguardante il rinvenimento di un anello d’oro era già trapelata qualche giorno fa, ma l’ufficialità a quanto sembra la si è avuta solo in questi giorni rimarcata anche con un articolo pubblicato sul sito di OndaRadio dal collega Annibaldis.

La notizia assume particolare rilevanza per quando scritto dallo storico garganico Michele Vocino che trattava questo argomento nella sua pubblicazione" Lo sperone d’Italia" pubblicata nell’Aprile del 1914. Soffermiamoci su quanto scriveva il Vocino e facciamone le dovute considerazioni: Nel capitolo a pag 71 riguardante le immigrazioni elleniche, leggiamo cosa scrive l’illustre scrittore garganico: "A le fortuite immigrazioni dei primi naviganti di Coo, di Rodi, e dell’Etolia , tra VIII sec. e il VII sec. A.C. si riferisce l’episodio leggendario di Diomede.
Diomede, figlio di Tideo re dell’Etiola, e di Deifile, tornato in patria dopo la caduta di Troia, avendovi trovato la moglie Egialea, pei mali consigli di Venere, in adulterio col ministro Comete, avrebbe , pel dolore e la vergogna ripreso il mare coi sui compagni d’armi, e sarebbe fortuitamente approdato alle isole prossime al Gargano, che da lui appunto avrebbero preso il primitivo nome di Diomedee, cambiato poi in quello attuale di Tremiti.
Di là (e questa è l’affermazione che ci interessa maggiormente) sarebbe venuto sulla prospiciente sponda garganica, avrebbe valicato le montagne vincendone con valore gli abitanti, e sarebbe sceso nel piano, dove avrebbe sposato Driona, figlia del re Dauno della dinastia di Pilunno, ricevendone in dote, coma canta Ovidio , i vasti campi dell’Apuliadiventando signore della contrada. In estrema vecchiezza sarebbe stato ucciso da un sicario, per vendetta dei superstiti troiani: e i suoi compagni d’armi e d’avventure, mutati in uccelli dalla voce umana e dagli occhi di fuoco, sarebbero poi restati a guardia del suo sepolcro sulle isole Diomedee, premurosi per greci ed implacabilmente rabbiosi contro gli altri popoli che per caso a quelle isole fossero approdati. Il Vocino prosegue attribuendo a Diomede la fondazione delle principali antichissime città daune, Argyrippa, o Arpi, oggi Foggia, Canosa, Salapia, Sypontuma Hyrium (Uria) Teanum ed altre. L’ultima parte del Vocino sicuramente sa di leggenda, ma il resto visto anche le altre numerosissime testimonianze che parlano di Diomede nella Daunia, potrebbe essere vera e propria storia, visto che ogni leggenda conserva tracce di verità e chissà che il nostro Diomede che il Vocino lo vuole sbarcato sulla prospiciente costa garganica non sia sbarcato proprio a Montepucci e per questo a distanza di secoli poi se ne sono trovate come l’ultimo rinvenimento, le tracce di questo approdo celebrato su di un anello e magari su altri reperti che potranno in seguito venire fuori.

Giuseppe Laganella.