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Vieste/ Benefico influsso dei Santi per tutta la Chiesa

La parola d’ordine del nostro tempo è procedere velocemen­te; ma non è così per il ricono­scimento ufficiale della santità che richiede un delicato discernimento ed una accurata procedura canonica con tappe e scadenze precise.

Difatti il Tribunale ecclesiastico per la beatificazione è un servizio di alta qua­lità nella collaborazione col vescovo, con la Congregazione delle cause dei santi ed in ultima analisi con il Santo Padre quando raccoglie prove testimoniali e documentarie della santità di un Servo di Dio, delle sue virtù eroiche e della sua efficace intercessione presso Dio Trinità. Non c’è dunque tempo fisso nella durata di una causa di beatificazione. Tutto dipende da un’adeguata prepara­zione, elaborazione e maturazione i n un’impresa di ampio respiro che inte­ressa tutta la Chiesa. Per evitare tenta­zioni di superficialità e di fretta inoppor­tuna è bene tener presente quanto il Cardinale Angelo Amato, Pre­fetto della Congregazione per le Cause dei Santi afferma: "C’è da tener presente che c’è un progetto divino, a noi spesso sconosciuto, che guida i tempi e i mo­di di una maturazione di una causa". (Prolusione al corso dello Studium del­la C. C. S., 8 gennaio 2012) Certo la no­stra Chiesa di Manfredonia – Vieste – S. Giovanni Rotondo, attivando nella sua pienezza il Tribunale diocesano nel pro­cesso cognizionale del Servo di Dio don Antonio Spalatro, riceve un forte segno in quest’anno della fede indetto da Papa Benedetto XVI. Nel delicato servizio che svolge il Tri­bunale è necessario però tener presen­te che lo sbocco di una causa di beatifi­cazione supera i confini del particolari­smo e si apre all’attenzione della Chiesa universale nella solenne celebrazione li­turgica in cui si comunica la lieta notizia della santità di un eroico testimone della fede. Il termine dunque è un traguardo di preghiera per condividere le ricchez­ze spirituali di un Servo di Dio che si im­pone all’ammirazione, alla contempla­zione e all’imitazione quale nuovo mo­dello di realizzazione della vita buona del Vangelo. I Santi superano le barriere del tempo e dello spazio per diventare patrimonio di tutta l’umanità. Non soltanto i fedeli ma anche i così detti "lontani" riservano per essi un’attenzio­ne tutta particolare non dettata da sem­plice curiosità. "È forte il richiamo di modelli di com­portamento come persone buone che fanno del bene a tutti senza alcuna di­scriminazione e perciò da tutti ricono­sciuti tali". (Card. Amato). In ultima analisi il motivo di certe scel­te pastorali sono fatte in prospettiva per santi, dice anco­ra il Cardinale nel­la prolusione, è in­fatti un’avventu­ra affascinante di uomini e donne che sotto l’azione dello Spirito Santo, si trasfigurano in immagini viven­ti di Cristo nella storia e dal cielo con­tinuano a beneficare i loro fratelli pel­legrini sulla terra con quelle grazie ot­tenute dalla loro efficace intercessio­ne presso la SS. Trinità". Nell’azione pa­storale della Chiesa non è valutato suf­ficientemente il benefico influsso della vita dei santi e in particolare di un san­to del luogo. Era salutare qualche tempo fa ricorrere più spesso alla lettura spiri­tuale della vita dei santi e al martirolo­gio romano. Nel passato ha esercitato un grande influsso nella conversione spiri­tuale di tante anime. Eppure oggi più che di maestri abbiamo bisogno di testimo­ni che insegnano autorevolmente con la loro vita. Leggere la vita dei santi è co­me ricercare i n uno scrigno di pietre pre­ziose. "I Santi, dice ancora il Card. Ama­to, sono l’oro spirituale della Chiesa. Sono i suoi gioielli. Essi riflettono lo splendore della bontà, della verità e della carità di Cristo". Se si vuol scopri­re il cuore di una Cattedrale bisogna ri­cercarlo nella cappella delle reliquie dei santi. Di lì può venire l’incitamento alla santità per tutti i fedeli. È lì che si mostra non con le parole ma con la vita la bellez­za e la verità del vangelo di Cristo. Tanto più se queste reliquie non sono di un re­moto passato ma attingono ad un testi­mone che ha vissuto nel nostro tempo. Conclude il predetto cardinale: "I Santi sono le bussole spirituali che orienta­no l’umanità verso Dio. Essi sono i ve­ri benefattori dell’umanità, perché la migliorano fecondandola con la loro carità e bontà". Tutte queste considerazioni sono anche alla base di certe scelte pastorali che gi­rano intorno al Servo di Dio Don Antonio Spalatro il quale profeticamente scrive­va il 23 marzo 1949."Avere fede significa desiderare la salute di qualunque ani­ma, non di questa o di quell’altra, di questo o quest’altro paese ". Ed anco­ra: "Sento la responsabilità di tante e tante anime, anzi di tutte le anime cre­ate per tenere l’ansia della perfezione, della santità" (15 agosto 1949). Possa l’ardente sete di santità del Servo di Dio contagiare chiunque abbia ad in­contrarlo nella sua vita e nel suo inse­gnamento, augurando ogni sforzo per­ché questa perla della nostra terra gar­ganica possa spandere il suo benefico influsso in ogni battezzato che si avvia decisamente nel cammino di santità in quest’anno della fede.

don Pasquale Vescera