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La crisi si è abbattuta sulla Bit di Milano con un -20% di visitatori

Si è chiusa domenica scorsa l’edizione 2013 della BIT – Borsa Internazionale del Turismo. Un’edizione in tono dimesso, con spazi enormemente ridotti rispetto alle edizioni passate. E’ solo un ricordo la lunga passeggiata lungo il corso centrale di Fieramilano, che si percorreva solo pochi anni fa per andare dal padiglione 1 al padiglione 10. Quest’anno non serviva camminare molto, per andare dall’1/3 al 2/4, posti uno di fronte all’altro. Una borsa in declino, che per fermarlo non basterebbe il buon Oscar Giannino e comunque vittima della crisi che va ad aggiungersi alla progressiva disaffezione verso la manifestazione, che si è evidenziata negli ultimi anni con la cancellazione della partecipazione di numerosi top players del tour operating e la riduzione costante, se non l’assenza, degli enti locali con i loro mega stand che sembravano teatri, veri protagonisti dell’epoca passata. Il trend negativo ha contagiato anche l’aspetto consumer dell’evento, visitato quest’anno dal 20 per cento in meno di persone, come ha rappresentato Marco Serioli, Direttore Exhibitions di Fiera Milano: “Questa edizione, con le sue 84.000 presenze – ha commentato – ha registrato una sostanziale tenuta degli operatori professionali, mentre come da aspettative, il pubblico dei viaggiatori è calato (30.400)”. L’organizzazione cerca conforto nei numeri del mondo trade, che indicano la presenza di 600 top buyer da 50 paesi e più di 2.000 seller italiani, che hanno fatto si che si superasse il numero di appuntamenti business del 2012, arrivando a quota 19mila152. Il 25% dei buyer presenti erano new entry, che non avevano mai partecipato a un workshop in Italia. Aumentati i buyers dalla Cina, e poi c’è stata la presenza di nuovi paesi, tra cui Kazakistan e Sudafrica. Tra i mercati tradizionali da segnalare i buyers nordamericani e tedeschi e di India, Russia e Israele.