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Vico/ Il Territorio dei Saperi

 

Il successo e l’interesse, del Convegno Studi “La necropoli di Monte Pucci, decretato dalla partecipazione di decine di qualificati studiosi, nella due giorni di Vico del Gargano, voluto da Pierino Amicarelli insieme alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che la politica del territorio, la tutela dei beni e del suolo, il paesaggio, la sua forza e la sua fruizione, le potenzialità, la sua amministrazione in generale, va messa nelle mani di un personale politico qualificato e competente.

 Tutte le moderne e attente Amministrazioni della cosa pubblica mettono al primo posto la difesa del territorio, le peculiarità, il loro valore strategico, all’interno di una pianificazione e di un percorso per puntare all’obiettivo da raggiungere o immaginare, insomma: una visione. L’improvvisazione, lo scialacquamento, le rapine, le brutture, il massacro del territorio non è più consentito. Da questo presupposto parte la preoccupazione di ogni amministratore avveduto, e vanno tenuti lontani da ogni maneggio coloro che non posseggono queste sensibilità. Vico del Gargano possiede, inutilizzati, una somma e un mix di beni di alto pregio che vanno difesi, tutelati, valorizzati e gestiti da amministratori coscienti e capaci. La sola conservazione, dimenticati, abbandonati, in perdita patrimoniale perenne, rappresentano uno schiaffo e una vergogna per l’intera comunità. Questi Beni che oltre a rappresentare la storia della nostra Vico devono esprimere e sostenere parte della nostra economia cittadina. Da qui parte, o dovrebbe partire, l’individuazione e il sostegno dei nuovi amministratori cittadini. Non c’è più spazio per furbi, per i frequentatori del carro vincitore, per i populisti di professione, per i carichi famigliari. Voglio augurarmi che la nostra millenaria storia, la capacità di affrontare le nuove sfide, sopratutto da parte delle nuove generazioni, la ricerca e la fame di futuro, siano al centro del dibattito per costruire una solida e concreta speranza. Cambiare si può.

Michele Angelicchio