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Puglia 2013/ Ripartiamo dal Turismo

La regione mantiene il suo appeal anche con la crisi: con queste basi si può sperare nella crescita.

 

Tiene le posizioni acquisite. Inno­va e si rinnova. Investe e ottiene buoni risultati. Al di là della crisi generale, c’è una Puglia che funziona. Che sa valorizzare le proprie pecu­liarità e far conoscere le proprie eccellen­ze. A cominciare dall’ accoglienza e dal tu­rismo, che incide all’incirca per 1’8% sul Pil pugliese. L’immagine della regione nell’ultimo decennio è migliorata. Le sue campagne, i borghi storici, i trulli, i mu­retti a secco, i monumenti e il mare sono oramai delle celebrità, riconosciute ovunque. I dati sulle presenze conferma­no questa tendenza, che ha visto la Pu­glia scalare posizioni tra le mete turisti­che italiane, risultare l’unica col segno più nel 2011, e tutto sommato resistere nell’anno di crisi 2012. Bari (come hub di snodo) e Vieste (come destinazione preferita) con il Gargano sono le zone attrattive trainanti della regione. Con il Sa­lento e la Valle d’Itria che guadagnano sempre più spazio e anche lo Ionio per­ché Taranto non è solo Ilva. In tutto, il complesso settore turistico pugliese ha toccato quota 3,2 milioni di arrivi e circa 13,3 milioni di presenze complessive nel 2012. Si tratta di una flessione rispetto al 2011. Gli arrivi, infatti, fanno registrare un decremento dello 0,89% e le presenze del 2,03%. Ma ciò che conforta è che la flessione è minore rispetto a quello che è accaduto nel resto del Paese. Il dato na­zionale, infatti, parla di un meno 6 2% de­gli, arrivi e di 7,1% delle presenze rispetto all’anno precedente. A essere venuti in meno in Puglia nell’anno appena trascor­so, sono proprio gli italiani, in particola­re quelli del Nord (perché i pugliesi, cau­sa la crisi, sono rimasti proprio in Puglia) che rappresentano la fetta maggiore dei turisti che visitano e soggiornano nella regione. La crisi nel Paese si è fatta sentire. In compenso, però, le presenze stra­niere hanno fatto registrare un più 3,5% di presenze e più 4,7% di arrivi (in parti­colare da Germania, Francia, Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito e Belgio). Non solo turismo. Le note liete per la Puglia arrivano anche dalla valorizzazione del prodotti enogastronomici. A cominciare dal Piano della Regione per la ristrutturazione dei vigneti che producono vini di qualità nei 100 mila ettari vitinicoli della Puglia, in cui spiccano le otto zone do­ve nascono i migliori vini Doc e Igt. Ci sono 6 milioni di euro a disposizione, da richiedere entro il 28 febbraio, per inve­stire, innovare e migliorare la qualità del­le proprie produzioni. Ma la Puglia è anche quella che riven­dica un riconoscimento per l’aeroporto di Bari, che nonostante i suoi 3 milioni di passeggeri è stato escluso dai 10 scali prioritari del Paese nel disegno del governo nazionale. È anche l’unica regione del Sud che ha organizzato la rassegna tecnologica Smau business, col salone espositivo delle migliori tecnologie mes­se a disposizione per le aziende, all’inter­no della Fiera del Levante. E la regione che ammoderna le sue infrastrutture stradali, con importanti lavori di messa in sicurezza sulle statali 16 e 100. Ed è anche il territorio che riconosce nuovi diritti ai lavoratori cittadini stranieri. Co­me è avvenuto per il nuovo contratto dei lavoratori agricoli della provincia di Foggia, che è stato tradotto in cinque lin­gue (romeno, bulgaro, polacco, arabo e francese). Un segnale importante di pro­gresso e civiltà, che permetterà a miglia­ia di persone provenienti ogni anno da altri Paesi, per le campagne di raccolta del pomodoro nei terreni della Capitana­ta di conoscere i propri doveri e soprattutto i propri diritti. 

Gino Martina
Corriere della Sera

 

 

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