Il governatore raccoglie il plauso delle parti sociali e ingaggia una battaglia con l’ oncologo-presidente del Pdl. Si chiude il rimpasto ma è scontro con l’Upi. Vendola promette a giorni la giunta.
Si chiude la due giorni di consultazioni decisa dal presidente della Regione Nichi Vendola prima di avviare il rimpasto di giunta. E dal governatore arriva la conferma: «La settimana prossima offriremo alla Puglia una nuova squadra di governo». L’ultimo passaggio, dopo aver consultato i comitati delle donne, le parti sociali e i principali partiti di maggioranza (Pd e Sel), è stato riservato a Cisl e ai piccoli partiti di maggioranza (socialisti e democratici autonomi), ai quali il governatore ha confermato per grandi linee – sciolta la riserva sulla sua permanenza in Puglia fino alla scadenza naturale della legislatura – la rotta che intende assegnare alla «nuova» giunta dopo l’uscita di scena (per l’elezione alle Camere) dei 3 assessori Pelillo, Fratoianni e Stefàno. Innanzitutto, la riduzione del numero degli assessori (da 14 a massimo 11), tramite l’accorpamento di alcune deleghe e l’uscita di qualche assessore esterno (data per certa quella della titolare dello Sport, Campese). Il Bilancio, quasi certamente, verrà accorpato, così come sparirà la titolarità dello Sport e quella dell’ Attuazione del programma (avocata alla presidenza per la gestione dei fondi europei), mentre sulla Sanità e sull’Ecologia si immagina un deciso cambio di rotta (non è detto, però, con la sostituzione degli attuali assessori) per chiudere il ciclo del riordino quello dei rifiuti. quanto all’agricoltura che sarà alle prese con il nuovo ingente Piano di sviluppo rurale, l’ipotesi è di un avvicendamento in casa Sel (con Lonigro che subentra a Stefàno). Indiscussi, invece, i ruoli ricoperti sinora sia sul Welfare (Gentile), alle prese con il dramma delle cassintegrazioni, che sul Territorio (Barbanente), così come resta in piedi il «pilastro» della parità di genere uomo/donna, criterio già applicato dall’avvio della legislatura. Le consultazioni, pur giudicate positive da tutti, non hanno impedito le polemiche, a cominciare da quella ingaggiata dal governatore con le Province. E ieri, il presidente dell’Upi Puglia Francesco Schittulli è tornato a muso duro per evidenziare «tono e linguaggio minacciosi da parte di Vendola ai rilievi formulati dall’Upi in ordine ad una politica regionale opaca e inconcludente. Le sue parole sono mistificatorie della realtà e sono sicuramente anche il frutto della cocente delusione e della sonora bocciatura da lui ricevuta dalla Puglia nelle ultime elezioni». L’appello lanciato da Vendola a non disperdere la riforma delle Province, additando i ritardi e le inefficienze dei Centri per l’impiego ora chiamati alla difficile partita delle cassintegrazioni in deroga, viene letto come «ingiustificata rabbia nei confronti delle Province delle quali non si è mai occupato», il tutto frutto, dice Schittulli, di una «superficialità, forse dovuta all’isolamento politico in cui Vendola si trova». Le Province, molto probabilmente, saranno abolite e del resto, rimarca Schittulli, «noi stessi l’abbiamo chiesto, ma nello stesso tempo, responsabilmente, abbiamo reiteratamente sollecitato Vendola ad esprimersi sull’assetto futuro da dare alle competenze delle stesse, che com’ è noto erogano direttamente servizi ai cittadini. Il Presidente Vendola non ci ha mai onorati di una sua risposta. Delle due l’una: o non aveva risposte o ha ritenuto di confermare la sua conclamata arroganza».
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