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Vieste/ Confessa il rapinatore ma tace sul complice

Fermato per il colpo in gioielleria: il gip lo lascia in carcere, la difesa chiedeva i domiciliari.

 

Arriva la confessione davanti al giudice di Yassine Ra­douani, il ventiseienne nato in Ma­rocco e da tempo residente a Vieste, fermato due giorni fa nel centro garganico dalla Polizia per­chè ritenuto uno dei due respon­sabili della rapina compiuta lo scor­so 31 gennaio in una gioielleria di Chieti, che fruttò un bottino in preziosi stimato dagli investigatori in poco meno di 200mila euro. Rado­uani ieri mattina è stato interrogato in carcere a Foggia dal gip del tri­bunale dauno Domenico Zeno: «sono stato io, ammetto l’addebito e chiedo scusa alle vittime», le uniche parole pronunciate dall’indagato che per il resto si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magi­strato. A carico dell’indagato ci sono le riprese filmate della rapina, il riconoscimento in foto da parte della vittima, il fatto che al momento del fermo avesse oggetti di valore pro­vento della rapina. Radouany nell’in­terrogatorio di ieri mattina non ha fatto il nome del complice: furono infatti due persone a compiere ma­terialmente la rapina. Il difensore; l’avv. Salvatore Vescera, alla luce della confessione resa chiedeva la concessione degli arresti domicilia­ri; il gip, accogliendo le richieste del pm Faiella, ha convalidato il fermo e disposto che il presunto rapinatore resti in cella. Le indagini condotte dalla Polizia (squadra mobile di Chieti, colleghi della squadra mobile foggiana e del commissariato di Manfredonia) pro­seguono per identificare il secondo rapinatore. Il colpo all’Antica gioielleria» di Chieti fu compiuto da due falsi clienti, entrati nel negozio con la scusa di acquistare un brac­ciale per poi aggredire la titolare e portare via oggetti di valore, fug­gendo a bordo di un’auto noleggiata a Vieste, elemento questo fondamen­tale per indirizzare le indagini sul Gargano. Radouany è stato fermato tre giorni fa mentre – dice la Polizia _ cercava di vendere alcuni oggetti d’oro in una gioielleria del centro garganico.

 

 

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